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La Manodori offre un aiuto ai caregiver

9 settembre 2021 | 10:28
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La Manodori offre un aiuto ai caregiver

Progetto della Fondazione per creare una rete di supporto che non li faccia sentire soli

REGGIO EMILIA – Un giovane caregiver è un bambino, un adolescente o un giovane adulto che si prende cura di un proprio familiare fragile o non autosufficiente. Si stima che in Italia siano oltre 400.000 i giovani caregiver tra i 15 e i 24 anni, ma è probabile che questi numeri siano sottostimati. Per loro, nella provincia di Reggio Emilia, ora c’è ‘Care4You’, un progetto realizzato da una rete di enti pubblici e privati, sostenuto e promosso dalla Fondazione Manodori attraverso il bando Welcom.

L’iniziativa, messa a punto in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, si rivolge ai giovani caregiver e alla comunità adulta, sensibilizzando e coinvolgendo genitori, insegnanti, volontari e operatori sociali e sanitari. Gli obiettivi sono la creazione di una rete di supporto e la sensibilizzazione su bisogni e potenzialità dei giovani caregiver nel territorio reggiano.

“Abbiamo risposto – spiega il presidente di Manodori, Romano Sassatelli – a un’esigenza presente, ma ancora poco espressa nel nostro contesto sociale. Non è sempre facile per un giovane o un adolescente parlare del proprio ruolo di sostegno ad un familiare. Può accadere di sentirsi isolati e di non sapere con chi confrontarsi. Diventa quindi fondamentale proporre dei punti di riferimento a questi ragazzi in modo che si sentano compresi e possano vivere serenamente amicizie, interessi, passioni ed impegni scolastici, sportivi o professionali”.

Infatti “a tutti i partecipanti del laboratorio di progettazione del bando WelCom- espone Giulia Notari, coordinatrice del progetto- è parso che il fenomeno dei giovani caregiver meritasse un’attenzione particolare”, per tre ragioni fondamentali, ovvero è “un fenomeno poco conosciuto”, il sistema di welfare “spesso non riesce ad entrare in contatto” coi ragazzi, ancor più spesso “inconsapevoli del proprio ruolo”.

A ciò si aggiungono “gli impatti negativi che l’attività di cura dei cargiver può avere sulle loro vite”, rincara Notari. Questo perchè seguire un adulto o un altro minore che soffrono di una malattia fisica o psichica può essere motivo di gratificazione e soddisfazione, ma anche fonte di emozioni negative come rabbia, tristezza, solitudine, senso di colpa.

Inoltre, quando gli impegni di assistenza sono significativi diventa più complicato frequentare regolarmente e con profitto la scuola, vedere gli amici, trovare un lavoro, fare sport. Va anche considerato il fatto che le responsabilità collegate all’assistenza sono il primo motivo di inattività dei giovani italiani tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano, come spiega una nota diffusa oggi dalla Fondazione. E con il nuovo anno scolastico, verrà attivata la diffusione di questionari ad un campione di ragazzi e ragazze, per comprendere meglio le caratteristiche del fenomeno.

Sono inoltre previsti laboratori per uscire dall’isolamento e dare voce alle difficoltà. La rete di enti e soggetti coinvolti nel progetto Care4You sta poi portando avanti una raccolta di testimonianze dei giovani e una mappatura di enti e organizzazioni che possano offrire loro un supporto. A ciò si aggiungeranno seminari formativi per operatori sociali, sanitari, educatori, insegnanti e volontari.

Il primo incontro è previsto il 5 ottobre prossimo. Il progetto è coordinato dal Centro di solidarietà reggiano insieme a: Unimore, Ausl, Unione colline matildiche e Comune di Reggio Emilia, Anziani e non solo, Cittadinanzattiva, Cooperativa Papa Giovanni XXIII, Centro Studio e lavoro La Cremeria, Polisportiva Pace, Progetto Crescere, Reggio Calling, Sentiero Facile.