La Cina apre ai Talebani, riunione dei ministri Esteri Ue
Convocato l’incontro per domani a Bruxelles. Pechino pronta a rapporti amichevoli: “Disposti a svolgere un ruolo costruttivo”. Sullivan: “Biden parlerà presto”. Johnson: “Nessuno vuole che diventi terreno fertile per il terrore”
REGGIO EMILIA – La Cina è disposta a sviluppare “relazioni amichevoli” con i talebani dopo la loro presa del controllo dell’Afghanistan. “La Cina rispetta il diritto del popolo afghano di determinare in modo indipendente il proprio destino e futuro, ed è disposta a continuare a sviluppare relazioni amichevoli e di cooperazione”, ha replicato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, a una delle domande fatte in conferenza stampa sulla situazione in Afghanistan. Pechino, inoltre, “è disposta a svolgere un ruolo costruttivo nella pace e nella ricostruzione dell’Afghanistan”, ha aggiunto Hua.
Secondo la Cina, la situazione in Afghanistan “ha subito grandi cambiamenti e rispettiamo desideri e scelte del popolo afghano”. La guerra, dice la portavoce del ministero degli Esteri, “dura da oltre 40 anni: fermarla e raggiungere la pace non è solo la voce unanime degli oltre 30 milioni di afghani, ma anche l’aspettativa comune di comunità internazionale e Paesi regionali”. Pechino nota che ieri i talebani “hanno affermato che la guerra è finita e che negozieranno un governo islamico aperto e inclusivo, oltre a intraprendere azioni responsabili per garantire la sicurezza di cittadini afghani e missioni straniere”.
Su Twitter l’alto rappresentante della politica estera della Ue, Josep Borrell, ha scritto che “in seguito agli sviluppi in Afghanistan, e dopo intensi contatti con i partner negli ultimi giorni e ore, ho deciso di convocare una riunione virtuale straordinaria dei ministri degli Esteri della Ue domani pomeriggio, per una prima valutazione”. “Abbiamo bisogno di un Consiglio europeo straordinario! Tutti i leader europei devono imparare insieme le lezioni dell’attuale tragedia in Afghanistan. Non è solo un fallimento americano”, dice l’ex negoziatore della Ue per la Brexit e più volte commissario europeo Michel Barnier su Twitter. “Sicurezza, terrorismo, islamismo, migrazione, stabilità regionale: queste sono anche le nostre sfide”, aggiunge.
Joe Biden parlerà “presto” sull’Afghanistan ed è preparato a guidare la comunità internazionale sui diritti umani in quel Paese: lo ha annunciato il suo consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan in una intervista alla Abc.
Il primo ministro Boris Johnson ha affermato che nessuno vuole che l’Afghanistan diventi un “terreno fertile per il terrore”. Lo riporta la Bbc Parlando dopo una riunione del comitato di emergenza Cobra, ha detto che la situazione “continua ad essere estremamente difficile” e lo sarà ancora di più e ha invitato le potenze “simili” a lavorare insieme e a non riconoscere alcun nuovo governo senza un accordo. Mercoledì il Parlamento britannico sarà convocato per discutere della situazione. Intanto Johnson ha affermato che il Regno Unito lavorerà con il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e altri paesi della Nato per impedire che l’Afghanistan “ricada nel terrore” e ha chiesto uno “sforzo internazionale” dall’Occidente.
Ha ammesso che la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dal Paese ha “accelerato le cose” in Afghanistan, ma ha aggiunto che “sapevamo da molto tempo che sarebbe andata così”. Il Foreign, Commonwealth and Development Office ha affermato che il Regno Unito ha ridotto la sua presenza diplomatica, ma che il personale del governo “continua a lavorare per fornire assistenza ai cittadini britannici e al nostro personale afghano”. Ai britannici in Afghanistan, oltre 4.000, è stato consigliato di partire. Per favorire le evacuazioni, il Regno Unito ha mandato nel Paese circa 600 soldati. Le forze di difesa britanniche hanno riferito alla BBC che la maggior parte del personale dell’ambasciata britannica è già stata trasferita fuori dal paese con voli militari. Tutti i voli commerciali da Kabul sono stati sospesi.