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Sale da gioco, Astro: “A Reggio fino all’80% dei dipendenti a rischio”

9 luglio 2021 | 09:12
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Sale da gioco, Astro: “A Reggio fino all’80% dei dipendenti a rischio”

L’associazione di categoria scrive al sindaco Vecchi e all’assessore Sidoli per mediare sulle limitazioni orarie varate in Consiglio comunale

REGGIO EMILIA – “Trovare una soluzione equilibrata sui limiti orari degli apparecchi da gioco, in modo da tutelare la salute ma anche le imprese e l’occupazione”. È l’appello che Astro, l’associazione di categoria di Confindustria degli operatori del gioco legale, ha rivolto al Comune di Reggio Emilia in una lettera indirizzata al sindaco Luca Vecchi e all’assessore al Commercio Maria Francesca Sidoli.

La missiva tenta una mediazione sulla stretta voluta dall’amministrazione con il nuovo regolamento sul gioco d’azzardo, proposto e approvato dal Consiglio comunale a fine giugno, che diventerà operativo tramite un’ordinanza del primo cittadino.

La previsione del testo approvato è infatti quella dell’accensione degli apparecchi di gioco per massimo 8 ore (dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22) e di una forte limitazione della pubblicità delle sale. Innanzitutto Astro, chiede di essere coinvolta “anche attraverso un apposito incontro”, prima che l’ordinanza sia emanata. E sottolinea poi che una misura “troppo restrittiva”, come il fermo degli apparecchi per più di sei ore al giorno, comporterebbe una rilevante perdita di redditività delle sale e di conseguenza “la necessità di sacrificare dal 50% all’80% del personale attualmente in organico”.

L’associazione fa poi presente i dubbi sollevati da numerosi studi sull’efficacia dei limiti orari nella prevenzione della ludopatia e il rischio di lasciare spazio all’offerta illegale. Altro punto importante per Astro è la “necessità che le fasce orarie non siano spezzettate nell’arco della giornata”. Questo per due ragioni, illustrate dall’avvocato Massimo Piozzi del centro studi della categoria.

“La ristrettezza dei tempi in cui è consentito giocare tende ad alimentare le pulsioni compulsive del giocatore problematico”, spiega Piozzi. Inoltre, le interruzioni a “singhiozzo” rendono “impossibile, per gli esercizi dedicati, organizzare i turni di lavoro nel rispetto delle normative e dei contratti collettivi”.

Da qui la proposta di una soluzione “intermedia” che potrebbe consistere “in una differenziazione degli orari tra gli esercizi che esercitano l’offerta di gioco come attività prevalente (le sale giochi e le sale Vlt) e quelli che invece la esercitano come attività secondaria (come i bar e le tabaccherie)”. Infatti, conclude Astro, “mentre i primi si sostentano con la sola attività di gioco, e quindi subiscono maggiori conseguenze, in termini economici ed occupazionali dalle limitazioni orarie i secondi, pur subendo anch’essi per effetto di tali limitazioni una diminuzione della loro capacità reddituale, possono beneficiare dei ricavi derivanti dall’attività prevalente”.