Cna allarmata per i rincari di ferro e alluminio: +150%

29 luglio 2021 | 15:32
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Cna allarmata per i rincari di ferro e alluminio: +150%

Giù i margini di profitto per il 50% del campione: meno fatturato e attività lente

REGGIO EMILIA – I rincari di materie prime e semilavorati, con un +150% per alluminio e ferro, allarma le imprese del settore manifatturiero e in particolare le micro imprese, sulle quali l’impatto degli aumenti dei prezzi è più rilevante. È quanto emerge da una indagine condotta dall’ufficio studi della Cna di Reggio Emilia, su un campione di un migliaio di ditte.

Anche sulla base di un questionario mirato, rivolto a un centinaio di aziende, spiega il coordinatore dell’unione Cna Produzione Silvio Bordoni: “La fotografia presenta tinte fosche. Il 49,23% subirà una riduzione dei margini di profitto, mentre il 20% una perdita di fatturato e un rallentamento dell’attività produttiva. Inoltre, i rialzi delle materie prime potrebbero generare spinte inflazionistiche e mortificare la ripresa della domanda con riflessi negativi anche sull’occupazione”.

Se le micro imprese sono le più esposte e con capacità molto limitate per adottare contromisure, tra le contromisure da adottare il 73,85% del campione parla di “rinegoziare i preventivi proposti al cliente”, mentre il 43% cerca “nuovi fornitori per cercare prezzi vantaggiosi”. Nel complesso, le imprese di minori dimensioni devono scegliere comunque, in questa fase, tra la contrazione dei margini di profitto e la possibilità di perdere il cliente. Il fenomeno dei rincari, inoltre, ha innescato anche una serie di difficoltà nel reperire i materiali con “una preoccupante dilatazione dei tempi di consegna”.

L’indagine reggiana, in questo caso, si focalizza su un paniere di 28 materie prime e beni intermedi: nei primi 5 mesi dell’anno, le imprese intervistate hanno riscontrato “aumenti anche oltre il 150% per materiali come acciaio inox, alluminio, ferro, laminati e reti metalliche”. Oltre la metà delle imprese è impotente “di fronte alla speculazione”, non potendo adeguare alla crescita dei costi il controvalore dei contratti già firmati.