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Poviglio, chiusa la residenza per anziani “Le Radici”: i sindacati protestano

30 giugno 2021 | 12:54
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Poviglio, chiusa la residenza per anziani “Le Radici”: i sindacati protestano

Cgil e Cisl: “Improvviso e inaccettabile lo spostamento di ospiti e personale”. L’Unione dei comuni della Bassa reggiani replica e rassicura: il servizio non chiuderà

POVIGLIO (Reggio Emilia) – “La scelta fatta dall’Unione dei Comuni Bassa Reggiana e dall’ASP distrettuale di chiudere la CRA “Le Radici” di Poviglio per far fronte a esigenze organizzative è inaccettabile”. E’ una presa di posizione netta quella di Cgil e Cisl, insieme alle rispettive categorie di Pensionati e Pubblico impiego, che contesta in particolare la modalità d’intervento adottata dall’Unione.

“Come Parti sociali non siamo mai stati coinvolte in questa decisione e non ci è stata data alcuna informazione preventiva. Neppure i familiari degli ospiti ne erano al corrente, ne tantomeno i lavoratori della Struttura. Siamo esterrefatti da come una realtà pubblica, nonché un servizio tanto vicino a cittadini e famiglie, sia stato improvvisamente portato alla chiusura”.

E’ stata una comunicazione di ASP del  21 giugno scorso a rendere noto che due giorni dopo la casa di  riposo  sarebbe stata “svuotata” di ospiti e lavoratori, motivando la decisione con una carenza di figure infermieristiche durante il periodo delle ferie.

“La carenza di personale infermieristico non è una notizia di  oggi, e sta coinvolgendo ormai da mesi un grande numero di strutture sociali della nostra Provincia – continuano i sindacati confederali e di categoria – Il fatto che si sia arrivati ad una scelta così drastica in tempi tanto brevi non può essere giustificata dalla necessità di garantire le ferie al personale: un diritto sancito dal contratto di lavoro che permette programmazione e organizzazione del lavoro anticipati; le ferie estive non sono  “un evento imprevisto”  e non possono determinare la chiusura di un intera Struttura”.

Concludono i sindacati: “Ci troviamo davanti a famiglie che senza alcun preavviso subiscono il trasferimento di un congiunto con possibili disagi e disorientamento degli ospiti già duramente provati dalla pandemia e dalla forzata mancanza di contatti di questo ultimo anno e mezzo. Una situazione di incertezza che riguarda anche i lavoratori e le lavoratrici che potrebbero vedersi spostati su altre CRA gestite da ASP Progetto Persona nei comuni della Unione Bassa reggiana. Spostamenti che non tengono conto del fatto che esistono accordi precisi in merito alla mobilità del personale. Siamo contrari a questa modalità di spostamento  degli utenti e del personale della Residenza e alla chiusura della Struttura con queste motivazioni.  La mancanza di coinvolgimento e trasparenza dimostrati non riteniamo siano proprie di un Ente pubblico che deve fornire un importante servizio ai cittadini. Abbiamo pertanto già inviato un richiesta di incontro urgente per chiarire i fatti, sia nel merito sia nel metodo”.

L’UNIONE DEI COMUNI DELLA BASSA REGGIANA RASSICURA: IL SERVIZIO NON CHIUDERA’ 

La vicenda della Cra “Le radici” di Poviglio gestita dall’Asp “Progetto Persona” in provincia di Reggio Emilia non riguarda “una chiusura ma il mantenimento di un servizio socio-sanitario di primaria importanza in condizioni di emergenza”. Lo dice il sindaco di Guastalla, Camilla Verona, in replica per conto dell’Unione dei Comuni della Bassa reggiana ai sindacati dei pensionati e della Funzione pubblica di Cgil e Cisl territoriali.

Le parti sociali, infatti, hanno denunciato la chiusura della struttura a causa della mancanza di personale infermieristico, criticando la decisione nel merito e nel metodo che non li ha visti coinvolti. Il sindaco Verona, però, colloca l’operazione nel contesto della pandemia “che ha visto il personale sanitario presente in prima linea da oltre 16 mesi, senza possibilità di riposi, ferie e permessi. La verità è che mancano infermieri, ovunque, non solo nella nostra Asl, e diventa alquanto difficile, se non impossibile, rispettare i rapporti di accreditamento e autorizzazione al funzionamento delle strutture”.

Inoltre, spiega il primo cittadino “se a questo si aggiunge che molte di queste strutture non sono pienamente occupate a causa delle regole anti covid, che hanno modificato il rapporto numerico operatori-utenti su inserimenti e quarantene, si comprende la necessità di efficientare e riorganizzare, almeno temporaneamente, il servizio per consentire al personale di godere dei dovuti periodi di riposo”.

In dettaglio, continua il sindaco, “l’Asp già da mesi ha evidenziato all’Assemblea dei soci la necessità di una riorganizzazione temporanea in vista del periodo estivo. La proposta, sul piano tecnico, è quella di trasferire temporaneamente i 22 ospiti presso le strutture di Brescello, Gualtieri e Luzzara per consentire di organizzare meglio personale e turnazioni e di garantire la sicurezza e il benessere degli ospiti”.

La scelta di trasferire gli ospiti di Poviglio “nasce dunque da fattori legati al numero delle persone ricoverate e alla capienza delle altre strutture che potrebbero ricevere i nuovi ingressi senza particolari difficoltà”. Naturalmente, prosegue Verona, “il benessere psico-fisico degli ospiti rimane centrale e prioritario: per stabilire modi e tempi dei trasferimenti si terrà conto delle patologie e delle necessità dei famigliari, arrivando a mettere a loro disposizione anche mezzi di trasporto gratuiti per raggiungere le nuove destinazioni e consentire la continuità delle visite ai propri cari”. E si è pensato ovviamente anche ai dipendenti: “I disagi dovuti alle nuove temporanee destinazioni di lavoro saranno compensati dalla possibilità di affrontare turni più sostenibili, godere di ferie e permessi e rientrare, da settembre 2021, nella propria struttura di Poviglio”.

Insomma, “da parte dei sindaci dell’Unione Bassa Reggiana- conclude quello di Guastalla- non c’è alcuna volontà di penalizzare o discriminare territori. C’è, al contrario, la certezza di offrire una soluzione tecnica che garantisca continuità ad un servizio fondamentale per gli ospiti e le loro famiglie, tenendo conto delle fragilità e dei bisogni di ciascuno”.