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Gara forno crematorio, il Tar manda gli atti in procura

29 giugno 2021 | 14:30
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Gara forno crematorio, il Tar manda gli atti in procura

Lite su affidamento ad Altair, vincitrice di gara. Sulla vicenda ha presentato un’interpellanza il M5s

REGGIO EMILIA – Degli atti della gara d’appalto indetta dal Comune di Reggio Emilia per l’affidamento del servizio di cremazione del cimitero di Coviolo “va disposta la trasmissione alla Procura della Repubblica per i profili di competenza”. Questo ai sensi dell articolo 331 del codice di procedura penale che prevede che gli incaricati di un pubblico servizio che, nell’esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un reato perseguibile di ufficio, debbano farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito.

E’ quanto deciso dalla prima sezione del Tar di Parma che, con una sentenza emessa il 24 marzo scorso (e pubblicata l’11 giugno), è tornato ad esprimersi sulla vicenda che vede parti in causa oltre all’amministrazione – come stazione appaltante – le ditte che hanno partecipato alla selezione.

Tutto è iniziato a ottobre del 2019 quando il Comune ha bandito una procedura ad evidenza pubblica del valore di 156.000 euro per la gestione biennale del forno crematorio del cimitero cittadino. Ad aggiudicarsi l’appalto era stata a marzo del 2020, in piena pandemia, la ditta bolognese Altair. Una delle tre aziende che avevano partecipato alla gara d’appalto, la Bertolotti Aldo & C, aveva però contestato l’aggiudicazione e presentato ricorso al tribunale amministrativo, eccependo una lunga serie di violazioni. Nonostante le censure avanzate nei confronti dell’operato dell’amministrazione fossero state giudicate “infondate” il ricorso era stato accolto. La ricorrente si era tuttavia vista negare la sua richiesta di subentro nel contratto e di risarcimento del danno “stante la natura dei vizi accertati, relativi alla valutazione di due sub criteri”. Questa prima sentenza è passata in giudicato il 6 novembre dell’anno scorso.

Circa un mese più tardi, il 16 dicembre 2020, il Comune di Reggio ha proceduto con affidamento diretto ad assegnare proprio ad Altair la gestione delle operazioni di cremazione nel cimitero per il primo semestre 2021, per “poter procedere agli atti indispensabili per una nuova aggiudicazione”, che per l’ente avrebbe richiesto “un tempo non inferiore a sei mesi”. La Bertolotti ha quindi presentato un nuovo ricorso, ritenendo il nuovo affidamento “elusivo” della precedente sentenza del Tar. Il ricorso, hanno in questo caso ritenuto i giudici “è infondato nel merito e va respinto”. Questo perché la principale argomentazione sostenuta dalla ricorrente riguardava il fatto che il Comune non avesse tenuto conto che, sul mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa), era presente un’altra azienda (Service One) in grado di svolgere il servizio al posto di Altair (che aveva visto annullarsi l’aggiudicazione della gara).

Per i giudici la “riconferma” della società di Bologna non costituisce un’elusione del precedente giudicato perché tale atto – la prima sentenza – pur annullando gli esiti della gara, “non ha disposto puntualmente circa l’assegnazione del servizio di cremazione (che, con tutta evidenza, non può subire alcuna interruzione, soprattutto in questo periodo) nel periodo necessario a predisporre la documentazione per una nuova gara e per il suo svolgimento”. Anzi, secondo il Collegio giudicante, la decisione del Comune di dare l’incarico alla società che già gestiva il servizio (Altair) rispondeva “ai richiesti canoni di efficienza evitando subentri che avrebbero potuto rendere il predetto servizio meno efficace per i fisiologici periodi di avvicendamento”.

Viene inoltre sottolineato che, in attesa del giudizio sul primo ricorso di Bertolotti, piazza Prampolini non aveva “prudenzialmente” stipulato alcun contratto con la società vincitrice del bando. Infine la delibera del 9 dicembre con cui il Comune ha deciso di svolgere una nuova gara non è stata impugnata e “dunque su di essa il Collegio non è chiamato ad esprimersi”. Solo per “completezza di analisi”, il Tar osserva tuttavia “che la decisione di indire una nuova gara per il servizio di cremazione non era l’unico esito possibile” perché “la natura dei vizi accertati (nella prima sentenza,ndr) era relativa alla valutazione di due sub criteri e, dunque, per tali sub criteri il Comune poteva ben procedere alla rivalutazione dell’offerta, pervenendo ad una nuova aggiudicazione frutto di una nuova valutazione”.

A “fronte di tale possibilità l’ente locale ha però, deciso in senso diverso, dichiarando (senza motivazione sul punto) di voler procedere ad una nuova gara”. Le spese di giudizio, conclude la sentenza, sono integralmente compensate.

Sulla vicenda ha presentato un’interpellanza il M5s che si riserva, in base alla risposta che sarà data da sindaco o giunta, di presentare ricorso alla Corte dei Conti. Sugli appalti “ancora una volta, e questa volta lo dice una sentenza recentissima del Tar di Parma, la nostra amministrazione fa un pò come vuole, in barba ai precedenti giurisprudenziali”, commentano i pentastellati in sala del Tricolore Gianni Bertucci Paola Soragni e Fabrizio Aguzzoli.

“A seguito di annullamento di aggiudicazione del bando ad Altair per la gestione del forno, il nostro Comune, invece che rivedere i risultati del bando, procede con un nuovo bando e, nelle more, continua a far gestire il forno crematorio ad Altair senza un giusto titolo”, spiegano. “Senza nulla voler contro Altair, qui le cose vanno proprio al contrario”, concludono i 5 stelle. Nell’interpellanza, si chiede nello specifico “sulla base di quale atto o provvedimento Altair sta continuando a gestire il servizio di manodopera del ‘Tempio di Coviolo’, nonostante la sentenza del Tar Parma che ha annullato gara, aggiudicazione e contratto”, qual è “l’impegno di spesa per tale servizio” e se tale onere sia in carico al privato o interamente al Comune (Fonte Dire).