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Gara acqua pubblica, il Consiglio di Stato boccia Acea

28 giugno 2021 | 19:50
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Gara acqua pubblica, il Consiglio di Stato boccia Acea

Respinto il ricorso per la riforma del verdetto (negativo) del Tar di Parma

REGGIO EMILIA – Niente da fare per Acea, la multiutility di Roma che nei mesi scorsi si era candidata a diventare il socio privato di “Arca”, cioè la società a cui sarà affidata la gestione del servizio idrico in provincia di Reggio Emilia. Dopo il ricorso presentato contro il bando di gara indetto da Atersir, che a ottobre del 2020 il tar di Parma ha giudicato in parte “inammissibile” e in parte “irricevibile” (condannando Acea a pagare 3.000 euro di spese legali), la società ha proposto appello in Consiglio di Stato per la riforma del verdetto di primo grado.

Tre giorni fa però anche il secondo ricorso è stato respinto e la ricorrente condannata nuovamente a pagare le spese di lite (in questo caso 5.000 euro). Acea aveva impugnato gli atti di gara perchè a suo dire impedivano “il calcolo di convenienza economica per la formulazione dell’offerta” e contenevano “elementi tali da impedire in concreto la formulazione di un’offerta seria, congrua e ponderata e minimamente remunerativa”. Inoltre “in violazione della normativa di settore, Atesir avrebbe creato un ‘filtro intermedio’ fra concedente e privato mantenendo in capo ad Arca tutti i poteri di approvazione dei piani industriali ed economici, attribuendo al socio privato il solo potere di proposta”.

Per i giudici del Tar invece, “la disciplina di gara poneva gli interessati, sin dalla pubblicazione del bando, nella condizione di conoscere tutti gli elementi necessari per valutare la possibilità di una eventuale partecipazione, a nulla rilevando, ai fini in esame la concreta convenienza dell’operazione per il singolo soggetto imprenditoriale”.

Una conclusione che, scrive la quinta sezione del Consiglio di Stato, “va del resto confermata anche in questa sede”. L’appalto ventennale dell’acqua in provincia di Reggio vale 1,5 miliardi. Il servizio sarà gestito dalla società Arca le cui quote saranno in capo per il 60% ad Agac Infrastrutture, la società dei Comuni reggiani proprietaria delle reti idriche e acquedottistiche. Socio di minoranza sarà invece un’azienda del settore, a cui spetterà la gestione operativa (Fonte Dire).