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Dl semplificazioni, la Cna: “Massimo ribasso e liberalizzazione subappalti non sono la soluzione”

16 giugno 2021 | 15:42
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Dl semplificazioni, la Cna: “Massimo ribasso e liberalizzazione subappalti non sono la soluzione”

Mori, Cna Costruzioni: “Necessario intervenire sulla qualificazione delle stazioni appaltanti e il coinvolgimento delle imprese del territorio”

REGGIO EMILIA – Il decreto semplificazioni del 31 maggio 2021 ha introdotto un processo di progressiva liberalizzazione del subappalto: fino al 31 ottobre 2021, il subappalto sarà elevato al 50% (fino ad ora il limite era del 40%) e dal 1 novembre 2021 scatta la data in cui inizierà la liberalizzazione totale. Provvedimenti non coerenti con la direttiva europea e che discriminano in modo ingiustificato la platea delle piccole imprese nella partecipazione al mercato dei contratti pubblici.

“Se vogliamo cogliere tutte le opportunità di investimento indicate nel Pnrr – ammonisce Giuseppe Mori, neoeletto presidente coordinatore dell’Unione Cna Costruzioni – serve piuttosto una cornice normativa adeguata, chiara e certa evitando di inseguire facili scorciatoie che non offrono alcuna garanzia in termini di tempistiche e qualità realizzative. Ad esempio, è necessario ed urgente intervenire sulla qualificazione delle stazioni appaltanti, uno dei punti qualificanti del codice degli appalti ma che a distanza di cinque anni è ancora gravemente disatteso. Del resto, per privilegiare la qualità delle opere la strada maestra deve essere il potenziamento delle competenze degli operatori pubblici. Lo stesso PNRR indica la possibilità per le amministrazioni pubbliche di assumere tecnici dall’esterno”.

Di certo, l’esigenza di accelerare i tempi di realizzazione delle opere non può passare attraverso la liberalizzazione del subappalto, eliminando così qualsiasi riferimento alla capacità organizzativa e tecnica dell’impresa, unica garanzia per assicurare la corretta esecuzione dei lavori.

“E’ poi necessario – aggiunge Mori – favorire il reale coinvolgimento del mondo della micro e piccola impresa nel mercato degli appalti pubblici intervenendo con misure specifiche come la maggiore suddivisione dei lotti e meccanismi per valorizzare le imprese del territorio”.

L’evidenza degli ultimi dieci anni mostra che l’aumento medio del 70% del valore dei lotti ha fatto lievitare il contenzioso e allungato i tempi di realizzazione. Le micro e piccole imprese non sono un ostacolo, anzi rappresentano un prezioso strumento per un mercato più efficiente.

“La filiera edile – conclude il coordinatore Cna Costruzioni – grazie agli incentivi che abbiamo richiesto a gran voce e che è necessario confermare, sta dimostrando di essere un volano determinante per lo sviluppo dell’economia con l’apporto determinante delle micro e piccole imprese. Se questo volano potrà contare, oltre che sul mercato privato, anche su quello pubblico, i suoi effetti positivi potrebbero essere ancora maggiori”.