Processo Angeli e Demoni, il pm chiede 23 rinvii a giudizio

27 maggio 2021 | 18:37
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Processo Angeli e Demoni, il pm chiede 23 rinvii a giudizio

Per Nadia Campani, funzionaria dell’Unione dei Comuni della val d’Enza è stato invece chiesto un verdetto di assoluzione perché “il fatto non sussiste”

REGGIO EMILIA – Sono 23 su 24 le posizioni coinvolte nel processo “Angeli e Demoni” di Reggio Emilia per cui il pubblico ministero Valentina Salvi ha chiesto oggi il rinvio a giudizio. Per Nadia Campani, funzionaria dell’Unione dei Comuni della val d’Enza è stato invece chiesto un verdetto di assoluzione perché “il fatto non sussiste”.

Potrebbero quindi dover affrontare il processo, tra gli altri, il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, l’ex responsabile dei Servizi sociali della val d’Enza Federica Anghinolfi, il suo braccio destro Francesco Monopoli e gli psicoterapeuti Claudio Foti e Nadia Bolognini, che oltre al tetto coniugale condividono la guida del centro “Hansel e Gretel”. Sono circa un centinaio i capi di imputazione contestati agli indagati, che la Procura di Reggio ritiene coinvolti nel presunto giro di affidi illeciti di minori.

Bambini che sarebbero stati tolti ai genitori naturali sulla base di relazioni dei servizi sociali artefatte, in cui si riportavano abusi e maltrattamenti, e poi sottoposti a sedute di psicoterapia gestite dall’associazione “Hansel e Gretel”.

Questo però, secondo chi ha indagato, in frode alla pubblica amministrazione caricando sull’Ausl (che pagava le prestazioni) costi di gran lunga superiori a quelli correnti di mercato. Altre presunte irregolarità, poi, riguardano l’affidamento dell’incarico agli psicoterapeuti esterni della onlus torinese e la gestione dei locali del centro “La Cura” di Bibbiano, dove questi professionisti esercitavano l’attività.

Le posizioni di Foti e dell’assistente sociale Beatrice Benati, che hanno chiesto di essere giudicate con rito abbreviato, saranno trattate in udienze dedicate (le prossime sono già fissate il 3, 11 e 17 giugno). Infine per alcuni indagati come Anghinolfi e Monopoli e l’assistente sociale Sara Gibertini il pubblico ministero ha chiesto che non siano rinviati a giudizio, relativamente solo ad alcuni capi di imputazione minori (Fonte Dire).