Farmacie comunali riunite, nel 2020 conti in equilibrio

21 maggio 2021 | 14:37
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Farmacie comunali riunite, nel 2020 conti in equilibrio

Si è chiuso in positivo per poco meno di 15.000 euro il bilancio: il fatturato si è attestato sui 150 milioni, in linea con gli anni scorsi

REGGIO EMILIA – Si è chiuso in positivo per poco meno di 15.000 euro il bilancio di Fcr, l’azienda speciale partecipata al 100% dal Comune di Reggio Emilia, che oltre all’attività caratteristica delle farmacie comunali, rappresenta un pezzo importante del welfare pubblico della città. Con i suoi 237 dipendenti, infatti, eroga dagli 8 a 10 milioni di servizi, rivolti in particolare ad anziani, disabili e minori. Il fatturato complessivo, in linea con gli anni scorsi, si è attestato sui 150 milioni. Le farmacie hanno prodotto un fatturato di 37 milioni, in lieve calo (-0,36%) sul 2019.

Come spiegato dal neo presidente Andrea Capelli, nominato dal sindaco Luca Vecchi lo scorso dicembre, “le grandi farmacie dei centri commerciali hanno diminuito i volumi di attività, che invece sono aumentati per quelle di vicinato nei quartieri e nelle frazioni”.

La distribuzione intermedia, che pesa per 128 milioni, è invece diminuita del 4%, da un lato per la richiesta in calo di farmaci per l’influenza (che l’uso delle mascherine ha molto inibito), dall’altro per l’uscita delle farmacie del sistema coop, con cui era stata stretta una collaborazione, che portavano introiti per circa 13 milioni. A compensare il tutto le strutture ospedaliere, che hanno riversato sulla società una pioggia di domande (che si è riusciti a sodfdisfare) di mascherine e altri dispositivi di protezione dal covid. Il mese di aprile del 2020, non a caso, ha registrato il numero più alto di vendite di sempre.

“Lo stato di salute di Fcr è ottimo”, dice l’assessore comunale al Bilancio Daniele Marchi, intervenuto questa sera alla riunione congiunta delle commissioni Sanità e Bilancio. “Sottolineo che il trasferimento che il Comune eroga a Fcr non è legato a questo, ma ad un indirizzo approvato da tempo che prevede che, se dovesse esserci un’eccedenza di servizi sociali, è l’amministrazione come giusto che sia a coprirne i costi. Anche perché altrimenti o i servizi sarebbero tagliati o le criticità si sposterebbero comunque su altri asset pubblici”.

Dal punto di vista operativo, dopo il pensionamento dopo 25 anni del direttore Egidio Campani, il suo incarico è ricoperto dal vice direttore vicario Dario Bergamini. “La preoccupazione per il futuro – dice Capelli – è per noi mantenere e consolidare i settori che sono cresciuti e, per quelli calati, recuperare quote di mercato”.