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Terrorismo, Francia: arrestato Giorgio Pietrostefani

28 aprile 2021 | 11:42
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Terrorismo, Francia: arrestato Giorgio Pietrostefani

L’ex dirigente delle Officine Reggiane è finito in manette insieme ad altri sei ex terroristi: in tre sono sfuggiti alla cattura

ROMA – Arrestati in Francia sette ex brigatisti italiani. Fra questi c’è Giorgio Pietrostefani, 78 anni, ex dirigente delle Officine Reggiane che dal 2000 è latitante in Francia e che era stato condannato nel 1997 a 22 anni di reclusione per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi, avvenuto nel 1972, insieme ad Adriano Sofri e Ovidio Bompressi. Pietrostefani, ex dirigente di Lotta Continua, era fuggito in Francia prima della sentenza definitiva. Il 78enne si è ammalato di un tumore maligno, ha subito tre anni fa il trapianto del fegato e da allora vive in uno stato di immunosoppressione cronica indotto dai farmaci anti-rigetto.

Lo ha annunciato l’Eliseo in un comunicato, spiegando che l’operazione di polizia è avvenuta su mandati di arresto italiani. Il palazzo presidenziale francese ha anche spiegato che altri tre ex terroristi non erano presenti in casa al momento dell’intervento delle forze dell’ordine e sono quindi ricercati. Tra gli arrestati, oltre a Pietrostefani, ci sono Narciso Manenti, condannato in via definitiva all’ergastolo con l’accusa di essere l’esecutore materiale dell’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri, avvenuto a Bergamo nel 1979. Fermati anche Marina Petrella, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Giovanni Alimonti, e Sergio Tornaghi. I tre ricercati sono invece Maurizio Di Marzio, Raffaele Ventura e Luigi Bergamin.

Nelle scorse settimane, la ministra della Giustizia Marta Cartabia aveva incontrato il suo omologo transalpino Eric Dupond-Moretti, chiedendogli di assicurare alla giustizia gli ex brigatisti fuggiti in Francia e protetti dalla dottrina Mitterrand, la politica messa in atto negli anni Ottanta per non concedere l’estradizione ai ricercati imputati per reati violenti di ispirazione politica che avessero rinunciato a ogni forma di violenza. Alla base della decisione dell’ex presidente socialista l’idea che il sistema giudiziario italiano negli anni di piombo non fosse imparziale. Nella nota emessa dopo gli arresti, l’Eliseo ha precisato che le richieste delle procure italiane “rientrano strettamente nel quadro della dottrina Mitterrand” e che la Francia, anch’essa colpita dal terrorismo, “comprende la necessità assoluta di giustizia delle vittime“.