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Covid, confermato focolaio in carcere: un malato grave

2 aprile 2021 | 15:10
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Covid, confermato focolaio in carcere: un malato grave

Ci sono 74 detenuti positivi e 4 ricoverati: vaccinati 35 operatori su 250

REGGIO EMILIA – L’Ausl conferma, come denunciato dai sindacati, l’insorgere di un focolaio di covid all’interno del carcere della citta’. Alla “Pulce” su oltre 350 detenuti, 74 sono risultati positivi e quattro sono ricoverati in ospedale (due in pneumologia e due in terapia intensiva). Le loro condizioni sono stabili in tre casi e “abbastanza gravi” per uno.

“Quello dei quattro ricoverati e’ un dato in linea con quanto ci aspettavamo”, commenta il direttore dei presidi ospedalieri Giorgio Mazzi. Gli agenti della Polizia penitenziaria avevano chiesto tramite i rappresentanti sindacali di ottenere priorita’ per il vaccino, che hanno fatto solo in 35 operatori, prenotati prima che si verificassero i contagi. “Vaccineremo gli altri 217 agenti non appena sara’ possibile”, fanno sapere dall’Azienda sanitaria, cosa che al momento e’ impedita proprio dal focolaio scoppiato nella struttura. “Aspettiamo l’esito dei tamponi e che siano ‘liberati’ dalla quarantena”, viene spiegato. Comunque, garantisce il direttore generale dell’Ausl Cristina Marchesi, “siamo presenti sulla situazione e non abbandoniamo questi lavoratori”.

Al di fuori del penitenziario la pandemia mostra cali di intensita’, “ma ancora troppo lievi e lenti”, impattando soprattutto sulle prestazioni sanitarie per i pazienti non covid che, ad esempio, non hanno a disposizione anestesisti. Il numero di nuovi casi positivi per 100.000 abitanti si e’ infatti ridotto nell’ultima settimana da 300 a 266, ma ancora sopra la soglia che fa scattare la zona rossa (250). Se accessi al Pronto soccorso e ricoveri si mantengono stabili ma su livelli elevati, a preoccupare sono le terapie intensive, oggi piene all’88,5% per i pazienti covid, e per l’80% per quelli con altre patologie. “Siamo come un acrobata sulla corda tesa”, spiega ancora Mazzi.

Facendo notare che durante la prima ondata, dopo il picco del 26 marzo, ci sono voluti 17 giorni per ‘liberare’ 100 posti letto covid. Stesso risultato ottenuto in questa fase in quattro mesi.