I ristoratori infuriati: “Non paghiamo le tasse”

18 marzo 2021 | 09:51
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I ristoratori infuriati: “Non paghiamo le tasse”

Dice Paolo Croci in un video: “Qui oltre alla pazienza sono finiti i soldi”. La Fipe getta acqua sul fuoco

REGGIO EMILIA – “Questa volta gli F24 non li paghiamo”. Le scadenze fiscali notificate oggi ai ristoratori di Reggio Emilia incendiano le proteste per le restrizioni degli esercenti. Che, in un video diffuso dall’associazione dei “Ristoratori responsabili” dichiarano una campagna di disobbedienza.

Ha aggiunto nel video che potete vedere qui sotto Paolo Croci, titolare dell’Osteria Chilometro Zero e fra i fondatori dell’associazione: “Qui oltre alla pazienza sono finiti i soldi. Non possiamo più pagare i costi di questa pandemia senza certezze ma soprattutto senza il rispetto che si deve ad ogni cittadino che si è sempre mosso all’interno delle leggi e delle regole. Chiediamo programmazione, rispetto e sostegno altrimenti non ci sarà più una ristorazione”.

MA STIAMO SCHERZANDO O COSA?!?

Domani, dopo l’ennesima zona rossa,
gli f24 non riusciremo a pagarli.
Qui oltre alla pazienza sono finiti i soldi!
Non possiamo più pagare i costi di questa pandemia senza certezze ma soprattutto senza il rispetto che si deve ad ogni cittadino che si è sempre mosso all’interno delle leggi e delle regole.
Chiediamo programmazione, rispetto e sostegno altrimenti non ci sarà più una ristorazione!
Tutti Uniti per sopravvivere.
#mastiamoscherzando

Pubblicato da Associazione Ristoratori Reggiani su Lunedì 15 marzo 2021

“Non siamo evasori – viene spiegato- ma non e’ accettabile che ci vengano chieste le tasse come se questo fosse stato un anno normale di lavoro. Non lo e’ stato e abbiamo comunque dovuto fronteggiare delle spese. Ora i soldi sono finiti”.

Prova a stemperare la tensione Fabio Zambelli, presidente provinciale della Federazione dei pubblici esercizi. “Il grido di disperazione lanciato dai pubblici esercizi reggiani risuona giustamente nelle vie e nelle piazze deserte della nostra citta’. Ma e’ una disperazione che richiede soluzioni e forte impegno nel confronto incessante delle organizzazioni di rappresentanza con le istituzioni”. Le “proteste- prosegue Zambelli- sono ovviamente condivise: le ingiustizie e iniquita’ che provano questi ristoratori e il senso di impotenza sono anche i miei”. Tuttavia “ogni giorno la Federazione fa qualcosa per arginare la crisi: discutere l’impianto del decreto sostegno, bloccare gli aumenti contrattuali di marzo 2021, ribattere a Inail la distanza dei due metri, battere i pugni sui tavoli del Pnrr e tanto altro”. Quindi, “alimentare queste legittime proteste non ci farebbe piu’ sedere a quei tavoli dove andiamo a discutere cose cosi’ importanti”. Conclude Zambelli: “So che questo non vale tanto quanto la protesta di pancia, che ripeto e’ legittima. Ma dobbiamo riuscire a far convivere le due cose: senza l’operato della Federazione tante cose non le avremmo nemmeno ottenute”.