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Covid, da lunedì Reggio Emilia in zona rossa per 15 giorni

13 marzo 2021 | 12:57
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Covid, da lunedì Reggio Emilia in zona rossa per 15 giorni

Ecco cosa si può fare per quanto riguarda lo sport, gli spostamenti o per incontrare parenti e amici

REGGIO EMILIA – Zona rossa per Reggio Emilia e per tutta l’Emilia-Romagna a partire da lunedi’ 15 marzo e per un periodo di 15 giorni. E’ quanto prevede l’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di Regia nazionale relativi all’andamento del contagio, ancora in forte rialzo. Si estende cosi’ a tutte le province dell’Emilia-Romagna il colore in cui si trovavano gia’, per effetto delle precedenti ordinanze regionali adottate per fermare la diffusione del virus e proteggere la rete ospedaliera, la Citta’ Metropolitana di Bologna e le province di Modena, Ravenna, Forli’-Cesena, Rimini.

Tra i parametri piu’ significativi presi in esame per il passaggio della regione in zona rossa, l’aumento del tasso di occupazione dei posti letto sia in terapia intensiva (dal 32 al 40%) che in reparti ordinari Covid (dal 40 al 47%); l’incidenza su base settimanale che nei sette giorni dall’1 al 7 marzo e’ stata di 439,5 casi ogni 100.000 abitanti; la crescita dell’indice di contagio RT regionale, che questa settimana e’ salito all’1,34 (superiore quindi all’1,25 indicato come soglia dal Governo per l’istituzione della zona rossa. Cosi’ come da lunedi’ scatta automaticamente con 250 casi ogni 100.000 abitanti).

L’ingresso nella fascia di rischio piu’ alto comporta, in tutto il territorio regionale, la didattica a distanza al 100% per le scuole di ogni ordine e grado fino all’Universita’, la chiusura di asili nido e materne e le limitazioni sugli spostamenti – se non per motivi di lavoro, salute o necessita’ – anche all’interno del proprio Comune, insieme al divieto di fare visite a parenti e amici. E poi, ancora, stop alle attivita’ commerciali ad eccezione di quelle essenziali come farmacie, parafarmacie, negozi di vendita di alimentari, edicole e altre specifiche categorie, e chiusura delle attivita’ di servizi alla persona, come parrucchieri e barbieri.

Per gli abitanti della Citta’ Metropolitana di Bologna e delle province di Modena, Ravenna, Forli’-Cesena e Rimini, gia’ in rosso per le ordinanze regionali dei giorni scorsi, restano valide le misure attualmente in vigore. Si tratta invece di ulteriori restrizioni per i cittadini delle province di Piacenza, Parma e Ferrara, che si trovano attualmente in zona arancione, e per quelli della provincia di Reggio Emilia, ora in arancione scuro.

Le regole

Scuole e università
Dall’asilo nido al liceo tutti a casa. Lezioni in classe possibili solo per disabili. Niente più lezioni in presenza per tutti gli alunni, dagli asili nido alle scuole superiori, nelle regioni rosse. Lo stesso vale in tutti i Comuni dichiarati rossi con ordinanze locali, a prescindere dal colore della regione. Gli studenti con disabilità o con bisogni educativi speciali potranno continuare ad andare in classe. Per quanto riguarda gli atenei sono le singole università a decidere quali attività formative indispensabili possono essere mantenute in presenza, nel rispetto del protocolli e sentito il Consiglio universitario regionale. E lo stesso vale per esami e sessioni di laurea, di cui va garantito svolgimento e modalità pubblica (anche telematica).

Spostamenti
Spesa, corsa, luoghi di culto, seconde case: obbligatoria l’autocertificazione
In zona rossa non si può uscire di casa se non per andare a fare la spesa, buttare la spazzatura, andare a correre o fare una passeggiata attorno a casa anche con i propri figli, portare fuori il cane nei pressi della propria abitazione, raggiungere il luogo di culto più vicino, andare a comprare il giornale. Non si può uscire dal proprio comune o dalla propria regione se non per lavoro, urgenza o salute. Tra queste eccezioni restano sempre valide quelle relative all’assistenza a persone anziane non autosufficienti, figli minori o attività di volontariato nell’ambito del Servizio civile nazionale, per la gestione dell’epidemia in corso, per l’addestramento di unità cinofile o per l’assistenza agli animali.

Anche gli atti notarili di compravendita di una casa rientrano tra le ragioni valide per spostarsi tra regioni. Se non vietato da ordinanze locali e se ci si è trasferiti nella seconda casa, sia essa di proprietà o affittatta, vi si può rientrare dopo il lavoro anche fuori regione, una famiglia alla volta. Altri spostamenti verso seconde case possono riguardare solo lavori di somma urgenza, tipo un allagamento. Lo svolgimento di visite turistiche guidate non è consentito in area rossa. Si può andare in auto, per necessità, con persone non conviventi indossando tutti la mascherina: il guidatore e due passeggeri al massimo per ciascuna ulteriore fila di sedili posteriori. Per muoversi da casa è obbligatoria l’autocertificazione, preferibilmente da stampare e compilare.

Visite ad amici e parenti
Vietate nelle zone rosse, tranne che a Pasqua
La deroga di Natale ormai è solo un ricordo: chi vive in una zona rossa non può andare a trovare a casa amici e parenti nemmeno una sola volta al giorno. Sono escluse da questo divieto le visite anche fuori comune o fuori regione per ragioni di necessità, urgenza e salute, come l’andare a trovare un anziano non autosufficiente o un figlio minore. Lo stesso vale per le attività di volontariato. Vietate invece le visite in carcere e alle persone ricoverate in una struttura detentiva a carattere ospedaliero, che possono svolgersi solo a distanza.

Il 3, 4 e 5 aprile, a Pasqua dunque, anche nelle zone rosse ci si può spostare all’interno dei confini regionali tra le 5 di mattina e le 22 per far visita ad amici e parenti, una sola volta al giorno, massimo in due più eventuali minori di 14 anni al seguito o persone non autosufficienti. Esattamente come a Natale.

Bar e ristoranti
Niente pranzo né cena. Asporto, ma non per tutto
In zona rossa bar, ristoranti e locali devono chiudere. Dalle 18 alle 22, ora in cui scatta il coprifuoco, è ovunque possibile l’asporto sia di piatti che di bibite da ristoranti, negozi al dettaglio di bevande ed enoteche, ma non da bar e attività simili senza cucina. Via libera a oltranza alle consegne a domicilio.

Negozi e mercati
Gli acquisti solo per necessità, un familiare per volta
Nelle zone rosse i negozi sono chiusi, tranne quelli di prima necessità: alimentari, farmacie, librerie, elettronica, ferramenta, edicole, profumerie, tabaccai, giocattolai e vivai. Mercati e centri commerciali sono chiusi anche nei giorni feriali ma i negozi essenziali al loro interno possono restare aperti. A fare la spesa bisogna andare uno alla volta per nucleo familiare.

Servizi alla persona
Off limits. Come terme e centri benessere
Barbieri, parrucchieri e centri estetici chiudono in zona rossa. Anche qui una scelta in controtendenza rispetto al decreto di Natale in cui sistemare il taglio o prenotare una manicure veniva considerato un servizio essenziale. Sempre in zona rossa stop anche a tutti gli altri servizi alla persona ad eccezione di lavanderie, tintorie e pompe funebri. Restano sospese le attività dei centri benessere e dei centri termali.

Palestre e piscine
Il fitness solo all’aperto e vicino casa. Fermo il calcetto e il padel. Parchi aperti
Palestre e piscine restano chiuse in ogni città d’Italia, tanto più in zona rossa. Via libera anche alla corsa o alla biciclettata purché siano attività individuali, si svolgano nei pressi della propria abitazione e si mantengano due metri di distanza da chiunque. Se durante l’attività fisica si sconfina in un altro Comune, questo non è punibile, purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il Comune di partenza. Restano sospesi anche gli sport di contatto, dal calcio al judo, a meno che non siano all’interno di competizioni sportive d’interesse nazionale. Stop anche agli altri sport nei circoli sportivi, pubblici e privati, sia all’aperto che al chiuso: si fermano quindi anche le partitelle a padel o a tennis. Vietata anche l’attività venatoria. Parchi e giardini cittadini restano invece aperti.