Strage di Bologna, difesa Bellini chiede nuova perizia su frame video

9 febbraio 2021 | 08:31
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Strage di Bologna, difesa Bellini chiede nuova perizia su frame video

“Manca la cicatrice su volto”. Le parti civili: solide le basi dell’accusa. Lunedì prossimo la decisione del giudice

REGGIO EMILIA – La difesa di Paolo Bellini ha giocato una nuova carta nell’udienza preliminare del processo che lo vede imputato per concorso nella strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. Ieri mattina, infatti, il suo legale Manfredo Fiormonti ha chiesto che il gup Alberto Gamberini disponesse una nuova perizia sul video che, secondo l’accusa, ritrae proprio Bellini in stazione il giorno dell’attentato.

Alla base della richiesta di Fiormonti c’e’ il fatto che in quel filmato Super 8, gia’ analizzato dalla Polizia scientifica di Roma per conto della Procura generale bolognese, non si vede una piccola cicatrice che Bellini ha sotto il labbro e che ieri in udienza lo stesso imputato ha dichiarato di avere fin da quando era bambino. E per dimostrare la fondatezza della propria richiesta il legale – secondo cui questo elemento sarebbe decisivo per non rinviare a giudizio il suo assistito – ha depositato il frame del video ‘ripulito’ con un programma di fotoritocco e una foto segnaletica di Bellini dei primi anni ’80, nella quale si vede la cicatrice.

L’ipotesi della difesa, chiaramente, e’ che l’uomo nel video non sia Bellini. Nella prossima udienza, fissata per le 10.30 di lunedi’ prossimo, il gup dovra’ decidere se disporre o meno la perizia, che se dovesse essere svolta finirebbe per allungare notevolmente i tempi dell’udienza preliminare.

Da parte sua, il legale di parte civile Andrea Speranzoni ridimensiona molto la portata della questione sollevata dalla difesa, in quanto, spiega, “i consulenti della Procura generale non negano che ci sia la cicatrice, ma piuttosto dicono che, a quel livello di nitidezza del filmato, non e’ possibile indagare su quell’elemento”. In sostanza, afferma, “c’e’ una sfocatura in quella parte del volto che non consente di rilevare se vi sia o meno questa piccola cicatrice sotto il labbro”.

Sul punto, Speranzoni non nasconde di ritenere che “questo elemento non sia rilevante per escludere il rinvio a giudizio”, in quanto “secondo noi Bellini e’ gravato da numerosi elementi di prova, a partire dalle intercettazioni telefoniche e dal crollo del suo alibi, passando per le relazioni con i Servizi tramite il padre Aldo e i suoi rapporti con Gilberto Cavallini”, che rendono “solido il quadro accusatorio”.

Commentando quanto ascoltato ieri in udienza, il legale di parte civile si dice poi “colpito dal lungo richiamo alla strategia della tensione” fatto da Fiormonti, che a suo dire ha svolto “un’analisi storiografica, cercando di dimostrare che c’e’ un ‘piano alto’ meritevole di essere considerato”. Analisi condivisibile ma parziale, secondo Speranzoni, in quanto “bisogna guardare anche alle fondamenta che portano al ‘piano alto’, perche’ per noi parlare di strategia della tensione senza vedere come si sono strutturati i rapporti tra destra eversiva e apparati di sicurezza e’ una prospettiva monca”.

Ovviamente Fiormonti ha chiesto il proscioglimento per Bellini, cosi’ come i legali dell’ex Carabiniere Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio, e di Domenico Catracchia, amministratore di alcuni immobili di via Gradoli a Roma imputato per false informazioni al pubblico ministero. Nessuno degli imputati, infine, ha chiesto di essere processato con riti alternativi (fonte Dire).