Pestavano le mogli e i figli minori: tre mariti padroni in carcere

10 febbraio 2021 | 08:55
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Pestavano le mogli e i figli minori: tre mariti padroni in carcere

La Corte di cassazione dichiara inammissibili i ricorsi: la sentenza è stata eseguita dai carabinieri di Boretto che hanno arrestato 3 pakistani

BORETTO (Reggio Emilia) – Violenti pestaggi a mogli e figli minori: 3 mariti padroni in carcere. La Corte di cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi: la sentenza, divenuta esecutiva, è stata eseguita ieri dai carabinieri di Boretto che hanno arrestato tre pakistani.

Una vicenda portata alla luce nel febbraio del 2019 dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia carabinieri di Guastalla e avvenuta in un contesto di assoluta omertà per la paura delle vittime a denunciare i soprusi. Al termine delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani, erano finiti in carcere, con l’accusa di concorso in maltrattamenti continuati e aggravati ai danni delle rispettive tre mogli e dei loro figli minori (una decina), tre pakistani (un 37enne, il fratello 48enne e un loro cugino 50enne).

Quindi l’iter processuale e la condanna dei tre (per due imputati a 2 anni e 8 mesi e una da 4 anni e 4 mesi) la cui sentenza è divenuta esecutiva con l’ufficio esecuzioni penali della procura reggiana che ha emesso l’ordine di carcerazione che ieri è stato eseguito dai carabinieri di Boretto che hanno arrestato i tre conducendoli in carcere per espiare la pena.

Secondo quanto emerse dalle indagini i tre, in concorso morale e materiale tra loro, istigandosi reciprocamente, avevano maltrattato le loro mogli conviventi in presenza dei figli minori e gli stessi minori con continue vessazioni fisiche e psichiche. In particolare si lasciavano andare ad eccessi d’ira, lesinavano i medicinali, urlavano per un nonnulla, colpivano anche più volte al giorno i figli con schiaffi e le mogli con pugni alla testa usando anche delle sedie, scarpe, bastoni ed altri oggetti contundenti.

L’indagine era partita da una segnalazione del servizio sociale giunta ai carabinieri alla luce del riserbo e della scarsa collaborazione delle vittime terrorizzate dalle possibili ripercussioni.