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Nuovo Dpcm, i divieti dal 16 gennaio: stretta sui criteri

9 gennaio 2021 | 17:04
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Nuovo Dpcm, i divieti dal 16 gennaio: stretta sui criteri

La proposta Iss: zona rossa con 250 casi ogni 100 mila abitanti. Così rischiano Veneto ed Emilia-Romagna

REGGIO EMILIA – Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia ha convocato per lunedì mattina una riunione con Regioni, Anci e Upi con all’ordine del giorno le misure per il nuovo Dpcm che entrerà in vigore il 16 gennaio. All’incontro, in programma alle 10.30, parteciperà in video conferenza anche il ministro della Salute Roberto Speranza.

Nel nuovo dpcm con le misure antipandemiche è prevista la conferma delle attuali misure mentre si stanno valutando nuove restrizioni, anche se al momento non sembrerebbero essere già state definite le nuove misure.

Dopo l’abbassamento della soglia dell’Rt per determinare il posizionamento nelle fasce, il governo sta pensando di introdurre un’ulteriore stretta: se l’incidenza settimanale dei casi è superiore a 250 ogni 100mila abitanti scatta in automatico la zona rossa. La proposta, avanzata dall’Istituto superiore di Sanità, è stata condivisa dal Cts e dovrà essere concordata con le Regioni. Un incontro tra il governo e le regioni non è ancora stato fissato ma è probabile che si tenga all’inizio della prossima settimana in vista della scadenza del Dpcm il 15 gennaio.

In base all’ultimo monitoraggio, con l’abbassamento dei parametri relativi all’incidenza dei casi, l’unica regione che andrebbe automaticamente in zona rossa sarebbe il Veneto, che ieri aveva un’incidenza a sette giorni di 454,31 casi per 100mila abitanti. A rischio anche l’Emilia Romagna, con un’incidenza a 242,44. In tutto sono cinque ad oggi le regioni o province autonome che superano i 200 casi ogni 100mila abitanti: oltre a Veneto ed Emilia Romagna, ci sono la provincia di Bolzano (231,36), il Friuli Venezia Giulia (205,39) e le Marche (201).

In ogni caso, nessuna regione è sotto la soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti, quella che, dice la cabina di regia del ministero della Salute, permetterebbe “il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e il tracciamento dei loro contatti”. L’incidenza più bassa si registra in Toscana, con 78,95 casi ogni 100mila abitanti.

Il governo sta valutando anche la proroga dello stato di emergenza in scadenza a fine gennaio. Non sarebbe ancora tuttavia definita la durata della nuova proroga.

“Questa è la prima grande sfida: non pensare di aver vinto, tenere altissimo il livello di attenzione e continuare con comportamenti corretti e misure restrittive che sono l’arma fondamentale per la nostra battaglia contro il virus ancora per qualche mese”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza al webinar ‘A me il braccio please. Vaccinare contro il Covid-19 gli operatori sanitari’ organizzato dalla Federazione italiana medici pediatri (Fimp).

Ieri, ha affermato Speranza, “ho firmato delle ordinanze che riportano in arancione un pezzo significativo del nostro Paese e in Europa i dati della recrudescenza del virus sono molto significativi”. Il virus, ha avvertito, “continua cioè a circolare e continua ad essere un avversario molto temibile e purtroppo ancora per qualche tempo le misure di mitigazione e le regole sono e resteranno l’arma fondamentale con cui difenderci”.

Sulle vaccinazioni anti-Covid “siamo partiti con un ritmo molto determinato e ieri abbiamo superato le 500.000 vaccinazioni in Italia” ma “penso che siamo ancora all’inizio del percorso e le dosi di cui disponiamo sono ancora evidentemente limitate”, ha detto ancora il ministro della Salute. Il superamento delle 500mila vaccinazioni in Italia, ha detto il ministro, “credo sia un segnale importante e voglio esprimere gratitudine a tutte gli uomini e le donne del Servizio sanitario nazionale che ci hanno consentito di raggiungere questo primissimo risultato”.

“Penso – ha proseguito – che siamo ancora all’inizio del percorso e le dosi di cui disponiamo sono ancora evidentemente limitate, abbiamo solo due grandi aziende che sono state autorizzate prima all’immissione in commercio, Pfizer e BioNTech, e da qualche giorno Moderna. Ci auguriamo solo che nel più breve tempo possibile altre aziende possano essere autorizzate a immettere in commercio il loro vaccino e dovremo essere poi veloci ad adattare ai nuovi numeri delle dosi disponibili la nostra macchina organizzativa e dentro quel passaggio sarà fondamentale il ruolo anche dei pediatri”.

In questa prima fase, ha sottolineato Speranza, “abbiamo chiesto al personale sanitario di essere in prima linea soprattutto per dare l’esempio, perchè vaccinarsi è fondamentale ed è la vera strada per uscire da questa mesi e da questa crisi così difficile e vedo in questo momento una risposta importante. Ciò è fondamentale per dare il buon esempio”.