La Cna: “Consentire spostamenti tra Comuni per andare da parrucchieri ed estetisti”

13 gennaio 2021 | 14:15
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La Cna: “Consentire spostamenti tra Comuni per andare da parrucchieri ed estetisti”

Il presidente Guerrieri: “Indispensabile permettere ai clienti spostarsi almeno in ambito provinciale”

REGGIO EMILIA – Con l’Emilia-Romagna nella zona arancione, resta esclusa la possibilità degli spostamenti intercomunali per i servizi alla persona, a meno che nel territorio comunale non sia registrata l’assenza di tali attività. Un divieto che, tranne la breve parentesi con i giorni di zona gialla “rafforzata” durante le festività, dura ormai dallo scorso 15 novembre e che sta mettendo a dura prova la tenuta di parrucchieri ed estetisti.

“Di fatto, questi operatori pur rimanendo aperti vedono il proprio giro d’affari di gran lunga ridimensionato, con gravi ripercussioni. Non dobbiamo dimenticare che applicano ferrei protocolli di sicurezza, ricevono per appuntamento la propria clientela e garantiscono il contingentamento dei flussi e che hanno fatto della personalizzazione del servizio il loro punto di forza”. Spiega Andrea Guerrieri, presidente Cna Benessere e Sanità.

“Ancora più paradossale e incomprensibile – continua il presidente Guerrieri – la chiusura dei centri estetici nelle zone rosse, che li penalizza maggiormente. Numerosi sono stati gli appelli per utilizzare i servizi alla persona di vicinato all’interno del proprio comune, ma queste attività da sempre hanno la particolarità di basarsi su un legame di fiducia molto forte e difficilmente rinunciabile. Potrebbe essere una soluzione permettere di giustificare gli spostamenti per recarsi dal proprio parrucchiere o estetista di fiducia, almeno nell’ambito della propria provincia”.

“Aspetto non secondario – conclude Andrea Guerrieri – oltre a dover fare i conti con una pesante contrazione dei consumi interno e all’impossibilità di fare affidamento sulla loro clientela abituale, sono anche escluse dai ristori previsti dai decreti nazionali, perché sulla carta possiamo svolgere la nostra attività. Un paradosso letale per le imprese”.