Camera di Commercio, spaccatura tra dirigenza e dipendenti

12 gennaio 2021 | 16:02
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Camera di Commercio, spaccatura tra dirigenza e dipendenti

I sindacati: “I lavoratori sono passati da 85 nel 2015 a 60 nel 2020. Inascoltate le nostre proposte”

REGGIO EMILIA – Una forte situazione di disagio e una spaccatura tra il livello dirigenziale della Camera di Commercio di Reggio Emilia e i suoi dipendenti. E’ quanto rilevano Paolo Consolini della Fp Cgil Reggio Emilia e Fabio Bertoia della Cisl Fp Emilia Centrale. Una situazione che trova, per altro, conferma nei dati dell’adesione dell’ultimo sciopero dei dipendenti del pubblico impiego del 9 dicembre scorso – una adesione tripla del dato medio nazionale – “ma anche una spaccatura che emerge in modo chiaro ogni qual volta si tiene un’assemblea sindacale od una trattativa”.

“Questo – proseguono i sindacalisti – ci ha indotti nel tempo a fare diverse note sindacali evidenziando via via scelte interne contrattuali a nostro modo di vedere sbagliate e un approccio della parte datoriale verso i lavoratori che abbiamo definito fordista”. Una spaccatura che, nel tempo, ha visto i sindacati attivarsi, secondo l’auspicio dei lavoratori stessi, per tentare di ripristinare un clima di lavoro più disteso. “Ma nonostante lo sforzo costruttivo messo in campo da parte nostra, questa spaccatura si sta trasformando in una voragine”.

“Temiamo – proseguono Consolini e Bertoia – che l’atteggiamento della parte datoriale stia sgretolando quel senso di appartenenza e di attaccamento dei dipendenti elemento necessario e fondamentale per far fronte in modo pieno alle esigenze dell’utenza. Questo in un contesto dove si è assistito a una forte diminuzione del numero di dipendenti che, a causa dei blocchi delle assunzioni, sono passati da 85 nel 2015 a 60 nel 2020 (con una diminuzione di quasi il 30%), con un conseguente aumento dei carichi di lavoro”.

“L’impegno dei dipendenti – aggiungono i sindacalisti – spiega anche come le posizioni apicali della Camera di Commercio abbiano sempre raggiunto tutti gli obbiettivi a loro assegnati con conseguente riconoscimento di laute indennità”. Nel rilievo dei sindacati c’è il fatto che “nonostante i carichi di lavoro siano aumentati, “sembra che per la Camera di Commercio i dipendenti non siano una risorsa, ma solo dei meri numeri ai quali chiedere sempre di più e delle pedine da spostare a piacimento. Infatti paradossalmente la capienza del fondo delle risorse decentrate, negli anni, è sempre diminuita compreso quest’anno. Inoltre, in controtendenza rispetto a ciò che è accaduto negli altri enti causa Covid, ai dipendenti è stata tolta la flessibilità ed imposto un rigido orario di ingresso e di uscita secondo una schema a loro comunicato addirittura ad alcuni giorni dall’applicazione”.

Ancora: “I dipendenti non sono stati adeguatamente informati rispetto al nuovo sistema di valutazione adottato e sulla base del quale hanno ricevuto la valutazione, passaggio ovviamente fondamentale se si vuole intendere la valutazione come uno strumento di valorizzazione e crescita professionale. Inoltre, per quanto riguarda il tema delle progressioni, previste da contratto nazionale e dagli accordi aziendali, nel 2019 sono state attribuite a 5 figure apicali su 6, a scapito degli altri dipendenti, questo nonostante i sindacati avessero richiesto una strada diversa. Per il 2020 sino ad oggi non è stato pubblicato alcun documento con l’elenco dei lavoratori in possesso dei requisiti o la graduatoria con i relativi punteggi o dei beneficiari”.

Concludono Consolini e Bertoia: “L’auspicio che abbiamo come organizzazioni sindacali è quello di un tempestivo cambio di rotta. Il senso di disagio dei lavoratori e la mancanza di comunicazione e trasparenza stanno mettendo a dura prova il clima interno e le relazioni sindacali. I dipendenti chiedono di poter lavorare in un clima sereno, elemento importante per dare un servizio migliore all’utenza”.