Pubblica amministrazione, sciopero: si fermano gli eroi “scontenti”

9 dicembre 2020 | 15:02
Share0
Pubblica amministrazione, sciopero: si fermano gli eroi “scontenti”
Pubblica amministrazione, sciopero: si fermano gli eroi “scontenti”
Pubblica amministrazione, sciopero: si fermano gli eroi “scontenti”
Pubblica amministrazione, sciopero: si fermano gli eroi “scontenti”
Pubblica amministrazione, sciopero: si fermano gli eroi “scontenti”

Sit in di fronte all’Arcispedale per il rinnovo del contratto: “Basta chiamarci così senza riconoscimenti”

REGGIO EMILIA – Sicurezza, aumento degli organici e stabilizzazione dei precari, rinnovo del contratto scaduto dal 2018, ma ritoccato solo una volta negli ultimi 12 anni. Sono le rivendicazioni dello sciopero nazionale del settore del pubblico impiego, andato in scena anche a Reggio Emilia con un presidio davanti all’Arcispedale Santa Maria Nuova, organizzato dai sindacati della Funzione pubblica di Cgil-Cisl-Uil.

I lavoratori reggiani del comparto sono circa 11.500, tra cui quasi 7.000 “eroi” della sanita’ “ormai stanchi di essere chiamati cosi’ senza un riconoscimento concreto”, viene sottolineato. A loro si aggiungono poi un altro migliaio di operatori sanitari che lavorano nelle strutture assistenziali e 900 dipendenti degli enti statali e parastatali, oltre a quasi 3.000 degli enti locali. Mauro Nicolini, della Fp-Cgil di Reggio, evidenzia che “lo sciopero era inevitabile perche’ le nostre richieste, che sono rimaste lettera morta, le portiamo avanti da febbraio”.

A ottobre era scattata una prima mobilitazione, replicata con iniziative di protesta lo scorso novembre. Oggi la decisione di incrociare le braccia perche’ “i finanziamenti per questo settore arrivano dalla legge di Stabilita’, ed e’ questo il momento in cui se ne sta discutendo”, prosegue Nicolini. “E’- dice ancora- un treno che non possiamo perdere”.

Nella sanita’ reggiana, aggiunge Gennaro Ferrara della Cisl Fp Emilia Centrale, “il personale e’ molto stanco e molto provato perche’, dopo una breve pausa estiva, siamo ricaduti in carichi di lavoro davvero elevati”. Criticita’, evidenzia la collega Rosamaria Papaleo, si registrano pero’ anche in altri settori della pubblica amministrazione: “In Prefettura a Reggio- dice Papaleo- eravamo a fine 2018 un organico in difetto del 39%. Aggiungendo i pensionamenti, abbiamo una carenza che arriva alla meta’ del fabbisogno”.

A portare il suo sostegno ai lavoratori anche il segretario della Cgil reggiana Ivano Bosco: “E’ una situazione – spiega – che da anni era pronta ad emergere, ma che in una condizione di normalita’ non si vedeva. E oggi con la pandemia e’ esplosa”.