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Il Governo alla prova del Mes: primo sì dalla Camera, ora la discussione al Senato

9 dicembre 2020 | 18:08
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Il Governo alla prova del Mes: primo sì dalla Camera, ora la discussione al Senato

Testo votato per parti separate, alla Camera la maggioranza oscilla tra i 314 e i 297 voti per il dissenso interno al M5s

ROMA – Via libera della Camera alla risoluzione della maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio europeo. Il testo è stato votato per parti separate e ha visto la maggioranza oscillare tra i 314 e i 297 voti – su una maggioranza richiesta di 277 – per il voto contrario di 6 deputati M5s che hanno votato contro la risoluzione di maggioranza che dà il via libera alla riforma del Mes. I pentastellati dissidenti sono: Pino Cabras, Fabio Berardini, Francesco Forciniti, Andrea Colletti, Alvise Maniero e Maria Lapia.

Il testo passa ora al Senato dove si terrà una votazione delicata, con il dissenso interno ai pentastellati che potrebbe far andare in minoranza il Governo. “Devono essere riconsiderate in modo radicale struttura e funzioni del Mes. L’Italia nell’ambito della conferenza sul futuro dell’Ue si fara’ promotrice di una proposta innovatrice che porti a superare la sua natura di accordo intergovernativo legato a un paradigma che ritengo obsoleto rispetto alle sfide che abbiamo davanti”.

Lo dice il premier Giuseppe Conte riferendo alla Camera sulla riforma del Mes che dovrà essere votata oggi. Finite le votazioni a Montecitorio, il testo andrà a Palazzo Madama nel pomeriggio.“L’obiettivo e’ integrare il nuovo Mes all’architettura europea anche per assicurare un raccordo con le istituzioni dell’Unione che offrono maggiori garanzie di trasparenza e democraticita’”, aggiunge Conte.

Sul Mes “resta la responsabilità delle Camere sulla ratifica del trattato. Com’è noto, la riforma del Mes conteneva il backstop che è un obiettivo cardine per il nostro Paese. Grazie al contributo italiano – conclude Conte – l’Eurogruppo ha trovato un’intesa per introdurlo con due anni di anticipo” (fonte Dire).