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Gara acqua pubblica, Acea al Tar contro il bando Atersir

3 dicembre 2020 | 14:01
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Gara acqua pubblica, Acea al Tar contro il bando Atersir

Ma i giudici di Parma respingono il ricorso della multiutility romana

REGGIO EMILIA – Non c’e’ pace per il bando di gara emesso da Atersir per individuare il socio privato di “Arca”, la societa’ mista a maggioranza pubblica, a cui sara’ affidata la gestione del servizio idrico in provincia di Reggio Emilia. Dopo il ricorso al Tar di Parma presentato da Iren, che la stessa azienda ha poi nei mesi scorsi ritirato, anche la multiservizi Acea ha contestato la legittimita’ del bando e ne ha chiesto l’annullamento davanti al tribunale amministrativo della citta’ ducale. Le sue argomentazioni sono pero’ state considerate in parte “inammissibili” e in parte “irricevibili”, e la multiutility con sede a Roma e’ stata condannata al pagamento delle spese legali (3.000 euro).

Dalla sentenza del Tar emessa lo scorso 28 ottobre e pubblicata oggi, in particolare, si evince che Acea ha impugnato gli atti di gara perche’ a suo dire impedivano “il calcolo di convenienza economica per la formulazione dell’offerta” e comunque contengono “elementi tali da impedire in concreto la formulazione di un’offerta seria, congrua e ponderata e minimamente remunerativa”. La ricorrente ha inoltre specificato che “tale lesivita’ non si manifestava in relazione ai generici contenuti del bando, limitati a fornire al mercato le informazioni necessarie a manifestare il proprio interesse a partecipare alla procedura”, ma solo successivamente. E cioe’ quando “la lettera di invito ed i relativi allegati specificavano il modello gestionale concreto da attuarsi esplicitando ‘una diversa conformazione dei rapporti tra socio pubblico e socio privato'”.

Inoltre “in violazione della normativa di settore, Atesir avrebbe creato un ‘filtro intermedio’ fra concedente e privato mantenendo in capo ad Arca tutti i poteri di approvazione dei piani industriali ed economici, attribuendo al socio privato il solo potere di proposta”. Per i giudici, invece, “la disciplina di gara poneva gli interessati, sin dalla pubblicazione del bando, nella condizione di conoscere tutti gli elementi necessari per valutare la possibilita’ di una eventuale partecipazione, a nulla rilevando, ai fini in esame la concreta convenienza dell’operazione per il singolo soggetto imprenditoriale”.

E anche i profili attinenti alla governance della costituenda societa’ “erano noti precedentemente all’invio della lettera di invito poiche’ specificati in atti, non impugnati tempestivamente, ai quali la successiva disciplina concorsuale non poteva che uniformarsi”. L’appalto ventennale dell’acqua in provincia di Reggio vale 1,5 miliardi. Nel 2011, per dare attuazione al referendum sull’acqua pubblica, gli enti locali del territorio hanno deciso di affidare la concessione ad una societa’ a maggioranza pubblica denominata Arca. Il 60% delle quote di Arca sara’ in capo ad Agac Infrastrutture, la societa’ dei Comuni reggiani proprietaria delle reti idriche e acquedottistiche. Socio di minoranza sara’ invece un’azienda del settore, a cui spettera’ la gestione operativa. Da qui il bando di gara per selezionarla, investito dal doppio ricorso di Iren e Acea (fonte Dire).