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Angeli e Demoni, la difesa di Carletti contro Regione e ministero

17 dicembre 2020 | 15:22
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Angeli e Demoni, la difesa di Carletti contro Regione e ministero

Secondo i legali del sindaco di Bibbiano i danni che sostengono di aver subito e per cui potrebbero avanzare risarcimenti, non derivano dai fatti oggetto del procedimento ma dalla “campagna mediatica” che li ha accompagnati

REGGIO EMILIA – Il ministero della Giustizia e la Regione Emilia-Romagna, presenti come parte offesa nel processo “Angeli e Demoni” sui presunti affidi illeciti in provincia di Reggio Emilia, non avrebbero titolo per costituirsi parti civili. Questo perche’ i danni che sostengono di aver subito e per cui potrebbero avanzare risarcimenti, non derivano dai fatti oggetto del procedimento ma dalla “campagna mediatica” che li ha accompagnati.

È quanto hanno sostenuto oggi gli avvocati difensori del sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, Giovanni Tarquini e Vittorio Manes. La seconda udienza preliminare del processo in corso oggi a porte chiuse nel Tribunale di Reggio, si sta infatti concentrando sulle repliche delle difese alle richieste di costituzione di parte civile, avanzate il 30 ottobre scorso da una trentina di soggetti.

“C’e’ stata una deformazione dal punto di vista mediatico rispetto a fatti tecnicamente molto misurati ai conteuti”, affermano dal collegio difensivo del sindaco Carletti. “Questa deformazione – aggiunge l’avvocato Tarquini – interrompe secondo noi il collegamento diretto fra asserito danno e fatto contestato”. Del resto gia’ all’indomani dell’inchiesta, ricorda il legale, “il procuratore capo di Reggio era intervenuto a smentire che fosse perseguito un ‘sistema’, ma solo fatti specifici”.

Alla sbarra nel processo legato all’inchiesta sui fatti di Bibbiano ci sono in tutto 24 imputati. Tra quelli di spicco l’ex responsabile dei servizi sociali della val d’Enza Federica Anghinolfi e lo psicoterapeuta Tommaso Foti, incaricato delle terapie psicologiche dei minori di cui si contesta l’illecito allontanamento dalle famiglie naturali. Che nella tesi accusatoria della Procura sarebbe avvenuto con rapporti degli assistenti sociali artefatti, per rappresentare presunti abusi o maltrattamenti (fonte Dire).