Sanità, Sgb Reggio Emilia: “Sui punti nascite si è fermato tutto”

4 novembre 2020 | 15:59
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Sanità, Sgb Reggio Emilia: “Sui punti nascite si è fermato tutto”
Sanità, Sgb Reggio Emilia: “Sui punti nascite si è fermato tutto”
Sanità, Sgb Reggio Emilia: “Sui punti nascite si è fermato tutto”

Il sindacato: “Per Castelnovo Monti si sono interrotti i rapporti fra Regione e Ministero. Le promesse fatte da Bonaccini in campagna elettorale restano parole al vento”

REGGIO EMILIA – Nuove ombre sulla riapertura del punto nascite nell’ospedale montano di Castelnovo Monti. Lo denuncia il sindacato generale di base (Sgb) di Reggio Emilia, a partire dalla recente risposta sul tema, alle richieste di un consigliere d’opposizione, della dirigente della Regione Licia Petropulakos.

“Si apprende – sottolinea Sgb – che sono attualmente sospese le interlocuzioni della Regione con il ministero della Salute, gli enti locali e le direzioni generali delle Ausl sulla riapertura sperimentale del punto nascite che, stante il grande momento di incertezza, parrebbe non rappresentare una priorita’”.

Insomma, “le promesse fatte in campagna elettorale dal presidente Bonaccini restano, ad ora, solo parole al vento”, afferma il sindacato. “Pur comprendendo le difficolta’ dovute all’emergenza, tuttavia non si capisce perche’ la giunta Bonaccini non abbia ancora redatto una sorta di cronoprogramma, che, a partire da fine emergenza, fissi gli steps per una reale riapertura del punto nascite”.

Ad avviso di Sgb, “le cittadine e i cittadini della montagna reggiana meriterebbero piu’ attenzione e trasparenza da parte della governance regionale che dovrebbe fornire risposte sicure sulle proprie intenzioni e volonta’, coerentemente con quanto promesso in campagna elettorale”.

Stesso discorso, chiude l’organizzazione “vale anche per il punto nascite di Scandiano che, ad oggi, essendo il Magati un ospedale covid, rimane ancora chiuso senza alcuna certezza sulla sua futura riapertura e con il timore di una chiusura definitiva, giacche’ e’ ormai scaduta la deroga di due anni concessa dal ministero della Salute nel 2017”.