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Sanità, scontro sul contratto fra sindacati e Villa Salus

20 novembre 2020 | 08:36
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Sanità, scontro sul contratto fra sindacati e Villa Salus

Cgil e Cisl: “Il gruppo Villa Maria ripensa gli aumenti previsti dal contratto nazionale, pronti a mobilitarci”

REGGIO EMILIA – Non si spegne a Reggio Emilia la querelle tra gli ospedali privati e i lavoratori, sul rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro. Un documento che, ratificato a inizio ottobre, annunciava ai 500 operatori della sanita’ privata reggiana aumenti, arretrati da luglio a settembre 2020, una tantum netta di 1.000 (risarcitoria dei danni economici provocati dalla lunga assenza contrattuale) e passaggi automatici di livello (ossia progressioni di carriera di fatto bloccate da 15 anni) con arretrati da aprile 2020.

In provincia tutte le strutture hanno proceduto a riconoscere la parte economica del contratto tranne Salus Hospital, che fa parte del Gruppo Villa Maria. Che invece, spiegano i sindacati, “ha proceduto solo alla messa a regime degli aumenti, sollevando presunti dubbi fiscali e contributivi che, francamente, come sindacati, fatichiamo a comprendere considerato che la scrittura del Ccnl ha impiegato 3 anni di dibattiti e approfondimenti legali e mesi di lotta sindacale”.

Dopo alcuni incontri, commentano Carolina Cagossi della Funzione pubblica della Cgil e Cristian Villani della Cisl Fp, “abbiamo ricevuto comunicazione scritta di Salus Hospital rispetto ad un parziale ripensamento del Gruppo Villa Maria che dovrebbe procedere alla liquidazione degli arretrati con lo stipendio di dicembre 2020 erogato a gennaio 2021. Ma questa risposta e’ insufficiente ed inaccettabile, soprattutto considerato che proviene da un Gruppo accreditato al Servizio sanitario nazionale e che la Regione Emilia-Romagna ha provveduto nelle scorse settimane a stanziare fondi a favore di queste strutture”.

L’atteggiamento del gruppo, gia’ sollecitato con una diffida legale dei sindacati ad adempiere al mancato riconoscimento della retribuzione dovuta, “sembra rivolto ad accumulare utili, peraltro con risorse pubbliche visto il regime di accreditamento e senza preoccuparsi di garantire i diritti di chi, quotidianamente, garantisce il servizio ai cittadini”. A fronte di questa situazione, annunciano le organizzazioni sindacali di categoria, sono gia’ state convocate le assemblee dei lavoratori per decidere eventuali azioni di mobilitazione da intraprendere.