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Iren, i piccoli azionisti: “Debito alle stelle”

13 novembre 2020 | 14:49
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Iren, i piccoli azionisti: “Debito alle stelle”

Fantuzzi e Guidetti: “Si abbia il coraggio di ammettere il fallimento della politica di acquisizioni e fusioni perseguita con pervicacia negli ultimi anni e si cambi rotta”

REGGIO EMILIAAl comunicato stampa di Iren sui risultati al 30 settembre mancano solo le cavallette e le piaghe d’Egitto: il resto c’è tutto. Non sarà che qualche responsabilità l’ha anche l’attuale management? Rischiamo di ripeterci: la politica di massicci investimenti a debito non sta dando i risultati auspicati, appesantendo al contempo sempre più i bilanci.

La pandemia è solo un tassello, pur rilevante, di un puzzle molto più complesso che viene dal passato e che ora rischia di compromettere la struttura finanziaria e patrimoniale del gruppo, mai solida nemmeno nei – presunti – anni di vacche grasse.
La contrazione del fatturato è infatti iniziata prima del lockdown, e trova motivazione non nella solita solfa di una contingenza climatica sfavorevole: il clima sarà sempre più caldo, purtroppo, così come osserviamo ogni anno.

Allo stesso modo, il margine operativo netto non può essere rettificato a piacimento creando una nuova tipologia di oneri, quelli non ricorrenti: una fetta significativa di questi è dovuta, semplicemente, al peso degli investimenti di cui sopra. I margini, peraltro, dovrebbero essere sostanzialmente impermeabili alla pandemia, se non per i costi di struttura e per gli accantonamenti che, non a caso, non vanno oltre al 10% del volume generato.

Dove invece ribadiamo, ancora una volta, le nostre preoccupazioni, è sulla consistenza dell’indebitamento finanziario netto, pari a oltre 2,9 miliardi e in crescita di oltre 200 milioni rispetto all’esercizio precedente. Ancora una volta, l’effetto Covid, secondo la stessa azienda, non supera i 50 milioni.

Attualmente, il rapporto Pfn/Ebitda, quello considerato come bussola da tutti gli analisti per valutare la solidità delle aziende, è ben oltre il valore di 3 considerato come soglia da non superare. Cosa accadrà se a fine anno sarà ancora oltre il limite di guardia, anche rispetto ai premi da riconoscere al management?

Si abbia il coraggio di ammettere il fallimento della politica di acquisizioni e fusioni perseguita con pervicacia negli ultimi anni e si cambi rotta. Purtroppo, le possibili giustificazioni iniziano a scarseggiare.

I Piccoli azionisti Francesco Fantuzzi e Mario Guidetti