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Coronavirus, stabile la crescita dei contagi in Italia: +30.550 in 24 ore

4 novembre 2020 | 17:58
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Coronavirus, stabile la crescita dei contagi in Italia: +30.550 in 24 ore

I morti sono 352. Fatti oltre 211mila tamponi, circa 29mila più di ieri. Le Regioni più colpite sono la Lombardia, il Piemonte e la Campania che registrano molti positivi. In via di valutazione le località in zona rossa. Rezza: “La priorità è ridurre l’afflusso al Pronto soccorso”

REGGIO EMILIA – Stabile la crescita dei contagi Covid in Italia: nelle ultime 24 ore si sono registati 30.550 nuovi casi, circa 2mila più di ieri ma con 211.831 tamponi, circa 29mila più di martedi. Stabile anche l’incremento delle vittime, 352 in un giorno che portano il totale a 39.764.

Ha detto il direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza alla conferenza stampa tenuta allo stesso ministero sull’analisi della situazione epidemiologica da Covid-19 in Italia: “Il trend sembra mostrare una certa stabilizzazione ma non sappiamo ancora se possiamo vedere gli effetti di alcuni provvedimenti presi, come il dpcm e alcune ordinanze regionali su uso continuativo delle mascherine di cui dovremmo iniziare a vedere effetti. Abbiamo avuto un forte aumento dei casi e adesso vediamo una stabilizzazione ma su livelli piuttosto elevati, ci auguriamo di vedere qualche segnale positivo”.

E ha aggiunto: “Le Regioni piu colpite sono la Lombardia, il Piemonte e la Campania che registrano molti postivi. Sono regioni che in termini di tasso di incidenza sono piuttosto alte, piu o meno al livello della Lombardia; l’incidenza è elevata anche in Veneto mentre in Lazio vediamo un leggero incremento pero’ sembra essere abbastanza graduale. Poi ci sono regioni piu’ piccole come l’Umbria con 500 casi circa, che in termini di incidenza sulla popolazione è piuttosto elevata” .

Quali regioni sono in zona rossa, secondo Rezza, “è ancora in via di valutazione, è un combinato disposto di criteri di incidenza e tendenza, valore Rt e 21 indicatori compresi quelli di resilienza, cioè su quanto il sistema è in grado di rispondere”. E ha sottolineato: “Credo che l’applicazione di zone rosse da parte delle Regioni, a parti piccole del territorio, a livello subregionale sia un meccanismo del tutto praticabile. Diminuire l’afflusso ai Pronto soccorso e alle strutture ospedaliere è in questo momento assolutamente una priorità, perchè se è vero che la mortalità tende ad essere più bassa, quando aumentano i casi cresce il numero dei decessi dopo un pò di tempo. Con una patologia che nella maggioranza dei casi ha pochi sintomi bisogna ridurre il rischio di ingolfare le strutture ospedaliere”.

“Il numero di positivi sul numero di tamponi effettuati supera il 10%, quindi la proporzione di positivi sui test eseguiti è piuttosto elevata e questo è un segnale non del tutto buono”, ha sottolineato Gianni Rezza.

“Dopo aver avuto una fase di transizione, ci troviamo in una fase che, tecnicamente, definiamo di escalation e quindi in parte dobbiamo usare misure di contenimento e in parte misure di mitigazione”. Lo ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, durante l’audizione in Commissione Affari Sociali della Camera, su prevenzione e risposta al Covid-19. “A differenza della prima ondata, il virus circola in tutte le regioni” anche se “abbiamo situazioni con circolazione contenuta e altre con valori particolarmente elevati”. Uno dei dati importanti è la percentuale della positività al tampone: “quando supera il 4% è un indicatore di una forte circolazione, e in tutte le regioni del nostro Paese c’è questa caratteristica”.

“Quello dei ricoveri con sintomi è un numero che sta crescendo e merita attenzione” e “lo stesso vale per le terapie intensive”. Rispetto all’occupazione dei posti letto in degenza ordinaria di aria medica, “alcune regioni hanno superato il cut-off, altre no ma sono vicine”, ha spiegato Brusaferro. Il significato dei cut-off, ovvero dei valori soglia definiti dal Ministero della Salute, è che se abbiamo “oltre il 40% di occupazione dei letti di area medica per patologie Covid vuol dire che dobbiamo riprogrammare le attività sanitarie dilazionabili per altre patologie, così da trovare posto e dare priorità ai pazienti con Sars-cov-2”.