Una casa “arcobaleno” per accogliere i gay respinti dai familiari

5 ottobre 2020 | 17:48
Share0
Una casa “arcobaleno” per accogliere i gay respinti dai familiari

Sarebbe la prima in Emilia-Romagna e si propone di realizzarla l’Arcigay “Gioconda” di Reggio Emilia, che prevede di completare il progetto entro il 2021

REGGIO EMILIA – Una “casa arcobaleno” dove accogliere le persone Lgbti respinte dai familiari. Sarebbe la prima in Emilia-Romagna e si propone di realizzarla l’Arcigay “Gioconda” di Reggio Emilia, che prevede di completare il progetto entro il 2021. Ad annunciarlo sono l’ex presidente dell’associazione Fabiana Montanari e Dario De Lucia, entrambi consiglieri comunali del Pd e primi firmatari di una mozione a sostegno della legge proposta dal deputato Alessandro Zan (Partito democratico) contro le discriminazioni per l’identita’ di genere e l’orientamento sessuale, il cui iter inizia il 20 ottobre in Parlamento.

La mozione, sottoscritta da tutti i gruppi di maggioranza, sara’ votato nella seduta del Consiglio convocata per oggi alle 16. In particolare la nuova struttura su cui l’Arcigay lavora da alcuni mesi, sara’ composta da due appartamenti “in corso di individuazione” ed ospitera’ dalle 6 alle 8 persone in difficolta’. Per i finanziamenti si confida in un emendamento al disegno di legge che, se approvato, stanzierebbe circa quattro milioni per gli alloggi. Ma, spiega De Lucia, “lanceremo anche una raccolta fondi tra i cittadini e non ci muoveremo se non ci sono i soldi”.

La campagna, aggiunge il dem “servira’ anche a ‘misurare’ cosa ne pensano i cittadini”. Alberto Nicolini, presidente dell’Arcigay reggiano, sottolinea che “abbiamo gia’ una lista d’attesa”. Reggio (dove nell’agosto del 2016 e’ stata celebrata la prima unione civile in Italia) “e’ sicuramente un luogo piu’ facile da vivere per le persone Lgbti, ma siamo ben lontani dall’essere quella citta’ modello che vorremmo”.

Per quanto riguarda la mozione, oltre a segnalare un aumento dei casi di discriminazione anche a livello provinciale (quest’anno una coppia gay reggiana e’ stata insultata in un centro commerciale della citta’ perche’ si teneva per mano), il documento chiede al Comune di esprimere solidarieta’ al deputato Zan per le minacce di morte che ha ricevuto per aver proposto la sua legge e di trasmettere la mozione stessa alla commissione Pari opportunita’ dell’Anci, in modo che possa essere diffusa anche negli altri Comuni italiani.

In provincia di Reggio, gia’ il Comune di Cadelbosco, ha approvato in estate un documento simile. Alla presentazione della mozione hanno partecipato questa mattina anche i consiglieri regionali Roberta Mori (Pd) e Federico Amico (Emilia-Romagna coraggiosa), oltre che Natalia Maramotti, ex assessore del Comune alle Pari opportunita’. Che saluta la legge Zan a braccia aperte perche’, dice, “fino ad ora siamo stati schiavi del ‘benaltrismo’ nel senso che c’era ben altro di cui occuparsi”. La mozione del Pd, condivisa anche dal M5s, marcia verso l’approvazione in sala del Tricolore.