Sanità, la Lega attacca: “Infermieri senza indennità di rischio”

19 ottobre 2020 | 15:31
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Sanità, la Lega attacca: “Infermieri senza indennità di rischio”

I consiglieri regionali Gabriele Delmonte e Maura Catellani: “Beffa per chi non è in strutture Covid anche se fa tamponi

REGGIO EMILIA – Niente indennita’ di rischio per gli infermieri delle strutture non dedicate al Covid. Anche se fanno tamponi ogni giorno. “Una beffa”, attaccano i consiglieri regionale della Lega Gabriele Delmonte e Maura Catellani, che puntano il dito contro il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. “La Giunta sbandiera riconoscimenti ai lavoratori della sanita’ pubblica per il lavoro straordinario nella gestione dell’emergenza covid – affondano il colpo i leghisti – salvo poi togliere agli infermieri l’indennita’ di rischio di 5,16 euro al giorno. Una misura che alleggerisce di 160 euro la loro busta paga e che appare come una beffa”.

L’indennita’, spiegano Catellani e Delmonte, e’ prevista per gli infermieri anche non operanti in servizi specifici di malattie infettive, visto che la pandemia “ha comportato l’allargamento” di questa connotazione anche ad altre strutture. Tra il personale coinvolto, sottolineano i leghisti, “figurano anche infermieri e assistenti sanitari dei dipartimenti di sanita’ pubblica e di cure primarie coinvolti nella effettuazione dei tamponi, nelle prestazioni assistenziali domiciliari e nelle strutture socio-sanitarie dei pazienti covid”.

Eppure, riferiscono i due del Carroccio, gli infermieri denunciano che “da maggio non c’e’ piu’ traccia dei 5,16 euro di indennita’ di rischio. A conti fatti verranno a mancare ben oltre i 1.000 euro che la Regione ha voluto riconoscere ai sanitari la scorsa primavera per l’impegno nell’emergenza. Un’operazione largamente pubblicizzata, che ora ha il sapore della beffa”, attacca la Lega, che chiede a Bonaccini di intervenire per garantire un trattamento “equo” a tutti gli operatori “a rischio perche’ a contatto con persone potenzialmente infette, ma non tutelati solo perche’ non operanti in strutture covid”.