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Mafie, sentenza primo grado Grimilde: esultano Cgil, Cisl e Uil

27 ottobre 2020 | 14:28
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Mafie, sentenza primo grado Grimilde: esultano Cgil, Cisl e Uil

I sindacati: “Confermato il danno della ‘ndrangheta ai diritti del lavoro”

REGGIO EMILIA – Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia-Romagna, che insieme ai sindacati territoriali di Piacenza e Reggio Emilia si sono costituiti parti civili nel processo di ‘ndrangheta “Grimilde”, contro gli affari illeciti del clan Grande Aracri a Brescello, esprimono soddisfazione per la sentenza di primo grado dei riti abbreviati pronunciata ieri dal tribunale di Bologna.

Alla luce delle condanne emesse per 42 imputati su 48 (230 anni di carcere comminati) le organizzazioni sottolineano: “L’impianto accusatorio sostenuto dai pubblici ministeri e’ stato confermato, incluse le diverse imputazioni per associazione mafiosa e le numerose aggravanti”. Inoltre, “anche la diretta correlazione con l’indagine Aemilia, e i successivi processi svolti, risulta confermata”.

Pertanto, viene evidenziato, “si completa ulteriormente il quadro, estremamente preoccupante, relativo all’azione della ‘ndrangheta nella nostra regione e la sua capacita’, purtroppo dimostrata, di penetrare il tessuto economico e sociale, fino a coinvolgere soggetti appartenenti alle istituzioni”. Altro aspetto che viene confermato, proseguono i sindacati confederali, e’ che “la lesione delle liberta’ e dei diritti fondamentali di chi operava all’interno delle aziende coinvolte e il grave sfruttamento svolto mettendo in atto forme di caporalato, costituiscono purtroppo una componente fondamentale dell’azione messa in atto dalla ‘ndrangheta e da tutte le mafie in questa regione”.

Aspettando le motivazioni della sentenza, Cgil, Cisl e Uil rimarcano intanto che “dall’importante riconoscimento dei risarcimenti – 100.000 euro per tutti i sindacati, meno quello di Piacenza (80.000) – emerge gia’ chiaramente il danno subito dalle organizzazioni sindacali derivante dall’azione della ‘ndrangheta. La lesione di diritti propri delle organizzazioni, insieme a quelli dei lavoratori coinvolti”. Per questo concludono le parti sociali, “continueremo la nostra battaglia per sconfiggere le mafie, agendo nei processi in quanto parti civili e, soprattutto, proseguendo l’attivita’ sul piano delle prevenzione”.

Tanto piu’ nella complessa situazione che sta attraversando il Paese, avvisano infatti, “e’ necessario alzare il livello dei presidi antimafia, rafforzando ulteriormente l’azione che puo’ e deve essere messa in campo da parte delle istituzioni, coinvolgendo l’insieme delle parti sociali e l’associazionismo antimafia”.