Impianto biogas a Gavassa, ricorso al Consiglio di Stato

22 ottobre 2020 | 14:34
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Impianto biogas a Gavassa, ricorso al Consiglio di Stato

I comitati impugnano la sentenza del Tar che aveva dato il via libera all’impianto

REGGIO EMILIA – Non e’ ancora archiviata la battaglia legale sulla costruzione dell’impianto “Forsu” (ovvero per produrre biometano e compost dal rifiuto organico e dalla frazione della raccolta differenziata del verde) che Iren prevede di realizzare nella frazione reggiana di Gavassa. Contro la sentenza del Tar di Parma arrivata lo scorso 2 settembre, che ha in parte respinto nel merito e in parte giudicato inammissibile il ricorso per bloccare l’opera, il coordinamento dei comitati Ambiente e Salute di Reggio Emilia presenta infatti appello al Consiglio di Stato.

L’atto di impugnazione della sentenza e una nuova richiesta di sospensione dei lavori (che nel primo grado di giudizio era stata accolta, ndr) saranno depositati la prossima settimana a Roma. Il verdetto del massimo tribunale della giustizia amministrativa e’ atteso per la prossima primavera. Firmatari dell’appello – annunciato nella mattinata di oggi davanti al municipio di Reggio – sono una dozzina di cittadini, esponenti di associazioni ed aziende agricole ubicate nell’area (tra i Comuni di Reggio, Correggio, e San Martino in Rio) dove sono gia’ iniziati alcuni carotaggi della centrale biogas, assistiti dallo studio legale Della Fontana di Modena.

“Non ci fermiamo, andiamo avanti. Noi non abbiamo nulla da perdere mentre qualcun altro, se la nuova sentenza ci dara’ ragione, perdera’ tutto”, afferma Emiliano Codeluppi, portavoce degli ambientalisti reggiani. La decisione, sottolinea, “e’ stata presa dopo settimane di riflessione perche’ abbiamo ricevuto ‘un abbraccio’ da tutto il territorio, che ci ha chiesto di continuare. Un gesto inaspettato e bellissimo, una rivoluzione dal basso che dovrebbe far riflettere l’azienda e anche i nostri amministratori”. Per Alessandro Filippini, titolare di un’azienda agricola, “essere arrivati a questo punto e’ una sconfitta per la partecipazione. Ma l’aspetto positivo e’ che gli agricoltori sono compatti contro questo impianto pericoloso per la salute, per l’ambiente ed espressione di un’economia di certo non circolare”.

I comitati, covid permettendo, proseguiranno anche le iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza, che saranno pero’ “piu’ centrate sul web”. L’impianto di Iren, con un investimento di 54 milioni circa, prevede di produrre annualmente biometano sufficiente a riscaldare 4.600 famiglie o, in alternativa, alimentare 7.600 autovetture oppure 190 autobus. Il biometano prodotto- fa sapere l’azienda- sostituira’ combustibili fossili non rinnovabili ed evitera’ l’emissione di circa 14.000 tonnellate all’anno di anidride carbonica nell’atmosfera. Ogni anno l’impianto produrra’ anche 53.000 tonnellate di compost di qualita’ e 10.000 tonnellate di anidride carbonica liquida “food grade” per usi industriali. Le “materie prime” cioe’ i rifiuti organici e gli sfalci verdi, arriveranno su camion dalle province di Reggio e Parma (fonte Dire).