Gazzetta di Reggio in vendita, sciopero dei giornalisti

2 ottobre 2020 | 16:14
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Gazzetta di Reggio in vendita, sciopero dei giornalisti

Niente informazione, domani, su tutti quotidiani locali del gruppo Gedi per protestare contro la proprietà che vuole vendere Gazzetta di Reggio, di Modena, Nuova Ferrara e Tirreno. “A questo punto vendeteci tutti”. La solidarietà del Pd

REGGIO EMILIA – I quotidiani locali del gruppo Gedi sono in sciopero oggi per protestare contro l’ipotesi di vendita, da parte del gruppo, delle Gazzette di Modena e Reggio Emilia, de la Nuova Ferrara e del Tirreno di Livorno. Non saranno in edicola domani Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio, Il Mattino di Padova, Corriere delle Alpi, Il Piccolo, Il Tirreno, La Nuova Ferrara, La Nuova Venezia, La Provincia Pavese, La Sentinella del Canavese, La Tribuna di Treviso e Il Messaggero Veneto, con sospensione degli aggiornamenti web fino alle 11.30 del 3 ottobre. Sono stati affidati ai Cdr ulteriori pacchetti con giornate di astensione del lavoro.

Entrando nel merito della questioni, i giornalisti sottolineano in primo luogo come “la notizia della trattativa di vendite di quattro giornali del gruppo Gedi (il Tirreno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara) giunge dopo un periodo di disinteresse totale dei vertici del gruppo rispetto alle dinamiche delle singole redazioni dei 13 giornali Gnn ex Finegil”. La “volonta’ di dismettere alcune, o tutte le testate ex Finegil – continuano – era evidente da tempo, nonostante le rassicurazioni date nell’unico incontro avuto quest’anno con l’amministratore delegato e il direttore editoriale di Gnn”.

L’operazione in corso poi “e’ particolarmente grave, nelle dinamiche e negli effetti, perche’ portera’ alla distruzione dell’esperienza che da piu’ di 40 anni rappresenta Finegil: un’informazione locale libera e indipendente legata a un grande gruppo editoriale (Editoriale L’Espresso, poi Gedi). Questo ha garantito giornali di qualita’ in decine di province italiane”. Per i lavoratori e’ evidente che “l’intenzione, se confermata, di vendita a editori che mai hanno fatto questo mestiere, distrugge questo modello e indebolisce l’intero sistema informativo italiano”.

I giornalisti domandano anche, “se l’operazione ideata e avviata solo pochi mesi dopo avere assunto la guida del principale gruppo editoriale italiano rappresenta solo un’operazione contabile o se e’ stata valutata la sua sostenibilita’ futura, anche a breve termine, sia per le persone coinvolte dalla cessione che per le testate che svolgono un servizio importante nelle loro comunita’”.

Aspetti, viene evidenziato, “che non dovrebbero essere indifferenti ad un imprenditore ‘responsabile’, con la sua lunga storia e il ruolo indiscusso che esercita nel mercato e che vuol continuare ad esercitare”. A questo punto “la richiesta che facciamo all’editore, oltre a quella di convocare immediatamente i Cdr coinvolti nella trattativa di vendita rispondendo alla loro richiesta gia’ avanzata martedi’ e finora disattesa, e’ quella di venderci tutti, ma venderci in blocco”.

In questo modo, spiegano i lavoratori, “potremo salvaguardare conoscenze, esperienze e, piu’ in generale, un modello di informazione glocal che ha avuto successo e che in quasi tutte le realta’ rende ancora economicamente, a differenza della stampa nazionale che appare in una crisi disastrosa”.

Sulla vicenda interviene il sindaco di Reggio, Luca Vecchi, che scrive: “In riferimento allo sciopero proclamato dal personale della Gazzetta di Reggio sono a significare i sentimenti di vicinanza e di solidarietà ai lavoratori della testata, auspicando che esistano i margini per l’apertura di un dialogo che abbia a cuore il mantenimento di un’esperienza radicata nel territorio da molti decenni, la tutela dei posti di lavoro, la “funzione pubblica” di un presidio che affonda le proprie radici nella comunità. In questo senso do sin d’ora la mia disponibilità a partecipare, nel rispetto delle distinte e precipue prerogative, a un tavolo di confronto con i soggetti interessati, qualora il mio impegno in tal senso risultasse utile”.

I parlamentari reggiani del Pd, Graziano Delrio, Antonella Incerti, Vanna Iori e Andrea Rossi, commentano: “È con grande preoccupazione che guardiamo alla trattativa in atto per la vendita di quattro giornali del Gruppo Gedi: il Tirreno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara. Si tratta di giornali ex Finegil che, da decenni, rappresentano un punto di riferimento per le comunita’ locali, e intrattengono con queste ultime un rapporto di dialogo profondo, contribuendo al benessere complessivo e alla diffusione della cultura generale. Non si tratta di semplici aziende o di prodotti industriali classici, ma di quotidiani profondamente radicati nella societa’, che garantiscono una informazione plurale e di qualita’. È con difficolta’, quindi, che si puo’ restare immobili di fronte a delle scelte che, seppure legittime da un punto di vista del libero mercato, rischiano di compromettere il futuro di lavoratori e lettori, con un impatto non positivo sulla vita quotidiana dei cittadini e in chi cerca in un quotidiano locale un legame con il territorio. Inoltre, questi luoghi del Nord Italia, che da sempre hanno un rapporto con la lettura molto stretto, rappresentano dei bacini importanti di opinione pubblica che meritano pieno protagonismo. A tal fine interrogheremo il Governo per domandare la piena attenzione su una vicenda che puo’ avere risvolti importanti per l’Emilia-Romagna e la Toscana e, senz’altro, dei riverberi nazionali”.

Anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, esprime solidarieta’ ai giornalisti di Gazzetta di Reggio, Gazzetta di Modena e Nuova Ferrara in sciopero di fronte all’ipotesi di vendita delle tre testate da parte del Gruppo editoriale Gedi. La Gazzetta di Reggio, la Gazzetta di Modena e la Nuova Ferrara “rappresentano testate importanti e radicate nel panorama informativo regionale e nazionale”, afferma Bonaccini. “Nell’esprimere solidarieta’ ai giornalisti in sciopero- prosegue Bonaccini- auspico con forza che venga tutelato il patrimonio di professionalita’ che rappresentano insieme a tutti gli altri lavoratori e lavoratrici che ogni giorno danno vita ai tre quotidiani. Cosi’ come va tutelata un’esperienza editoriale che ha nella qualita’ dell’informazione e nell’attenzione verso i lettori elementi imprescindibili per il pluralismo di voci che contraddistingue una societa’ aperta e innovativa come quella emiliano-romagnola”.