Editoriali

Coronavirus, crescono i casi ma siamo ancora lontani dall’emergenza di aprile

7 ottobre 2020 | 19:19
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Coronavirus, crescono i casi ma siamo ancora lontani dall’emergenza di aprile

Giusti i provvedimenti del governo, ma non facciamoci prendere dal panico: i numeri dei ricoverati sono di dieci volte inferiori rispetto ad allora e i tamponi processati sono molti di più

REGGIO EMILIA – Aumentano i casi giornalieri di Coronavirus in Italia che sono arrivati a toccare oggi quota 3.678 (il 21 marzo, picco massimo, erano arrivati a 6.557, ndr). Crescono anche gli attuali positivi che passano dai 12mila di agosto ai 63mila attuali (intorno a metà aprile, picco dell’epidemia, erano a 108mila, ndr). Resta da dire, però, che, se ai primi di aprile i ricoverati in terapia intensiva erano circa 4mila, mentre i ricoverati erano quasi 30mila, oggi i ricoverati in terapia intensiva sono poco più di 300 e i ricoverati quasi 4mila. Si tratta, in sostanza, di numeri che sono di dieci volte inferiori rispetto al picco massimo della pandemia.

Bisogna inoltre aggiungere che, nel momento del picco massimo dell’epidemia, ai primi di aprile, i tamponi giornalieri erano intorno ai 50mila al giorno, mentre oggi ne sono stati processati 125mila. Se vogliamo fare un raffronto, per esempio, con il 21 marzo, picco giornaliero con 6.557 casi in un giorno, ebbene, bisogna anche dire che allora i tamponi effettuati erano stati circa 26mila, ovvero cinque volte in meno di oggi.

Quindi noi, oggi, con cinque volte i tamponi del 21 marzo abbiamo circa la metà dei positivi di allora. Basterebbero quindi questi dati a farci capire che, se è vero che la crescita dei casi giornalieri impone sicuramente la necessità di prendere provvedimenti (cosa che il governo sta facendo), non dobbiamo tuttavia farci prendere dal panico, perché la situazione complessiva è decisamente migliore rispetto a quella di aprile.

Si ringrazia Tekapp per l’elaborazione dei dati che ci ha permesso di fare questi confronti. Se volete vedere le tabelle e i dati che abbiamo utilizzato per scrivere questo articolo potete leggerli qui.

Paolo Pergolizzi