Angeli e Demoni, in trenta chiedono i danni

30 ottobre 2020 | 14:16
Share0
Angeli e Demoni, in trenta chiedono i danni
Angeli e Demoni, in trenta chiedono i danni
Angeli e Demoni, in trenta chiedono i danni

Le difese di Anghinolfi e Carletti hanno presentato un’eccezione al rinvio a giudizio

REGGIO EMILIA – Sono circa una trentina le parti offese che, su 48, hanno chiesto di costitursi parte civile nel processo legato all’inchiesta “Angeli e demoni” sui presunti affidi illeciti di minori in provincia di Reggio Emilia. Tra i principali soggetti compaiono il ministero della Giustizia, la Regione Emilia-Romagna, l’Unione dei Comuni della Val d’Enza, l’Ausl di Reggio Emilia e i Comuni di Reggio e Montecchio.

Delle famiglie che avevano denunciato l’ingiusto allontanamento dei propri figli, una decina in tutto, un paio avrebbero invece rinunciato a chiedere i danni. E’ uno dei due principali elementi emersi al termine dell’udienza preliminare del procedimento giudiziario sui cosiddetti “fatti di Bibbiano”, che si e’ aperta questa mattina in tribunale a Reggio Emilia protraendosi per quasi tre ore.

L’altra novita’ e’ l’eccezione alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura, da parte della difesa di Federica Anghinolfi (ex responsabile dei servizi sociali reggiani incriminati) condivisa anche quelle del sindaco Andrea Carletti e della psicologa Imelda Bonaretti. L’eccezione e’ fondata sulla “composizione e completezza del fascicolo di indagine”.

In sostanza i difensori lamentano la mancanza agli atti di una ventina di verbali di testimonianze rese ai carabinieri senza i quali, affermano, viene leso il diritto alla difesa degli indagati. Una questione che il Gup Dario De Luca dirimera’ nella nuova udienza della fase preliminare fissata il 17 dicembre. In quell’occasione gli indagati eventualmente rinviati a giudizio dichiareranno anche se intendono essere giudicati con rito ordinario o abbreviato (gia’ escluso dai legali di Carletti).

Nel mezzo, il 23 novembre, e’ fissata un’udienza “di passaggio” dove verra’ affrontata la sola posizione dell’assistente sociale indagato Francesco Monopoli, il cui avvocato era oggi assente perche’ in quarantena da covid. I lavori di stamattina si sono svolti come da prassi a porte chiuse nell’aula bunker che ha gia’ ospitato il processo Aemilia contro la ‘ndrangheta. Poiche’ pero’ la struttura prefabbricata (rimessa in sesto con alcune piccole manutenzioni per l’occasione) dovrebbe essere smantellata a meta’ novembre, il Tribunale sta gia’ predisponendo nuovi spazi per la celebrazione del processo, dove si prevede un grande afflusso di pubblico.

In particolare, spiega la presidente del Tribunale Cristina Beretti, “stiamo approntando un collegamento video tra l’aula di Corte d’Assise, che comunque puo’ ospitare fino a 60 persone, e le aule 5 e 6, per distribuire meglio il pubblico”. All’avvio del processo, davanti al palazzo di giustizia reggiano, si sono presentati stamattina anche alcuni cittadini, esponenti di associazioni per la tutela dell’infanzia e qualche genitore.

In rappresentanza del mondo politico c’erano anche le deputate Stefania Ascari (M5s) e Benedetta Fiorini (Lega), insieme al consigliere comunale di Reggio Roberto Rinaldi, esponente del Carroccio. “Nessuno vuole strumentalizzare e ha strumentalizzato”, dice Fiorini. “Qui conta solo la tutela dei bambini e delle famiglie. Sul sistema degli affidi c’e’ un vuoto normativo che la politica deve colmare al piu’ presto per evitare che fatti gravissimi come quelli di Bibbiano si ripetano”. E “le mele marce, che esistono in tutte le professioni, vanno buttate. Chi ha compiuto questi atti orribili deve pagare”, conclude la parlamentare leghista (fonte Dire).