Impianto biogas di Gavassa, il Tar boccia il ricorso dei Comitati

2 settembre 2020 | 19:15
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Impianto biogas di Gavassa, il Tar boccia il ricorso dei Comitati

I giudici amministrativi in parte lo hanno dichiarato inammissibile e in parte lo hanno respinto. Ora i lavori potranno riprendere

REGGIO EMILIA – Via libera del Tar di Parma al maxi impianto Iren di Reggio Emilia per la produzione di biometano e compost ricavato dal rifiuto organico e dalla frazione del verde della raccolta differenziata. Con una sentenza emessa il 25 luglio scorso (resa nota oggi) i giudici del tribunale amministrativo hanno infatti bocciato su tutta la linea il ricorso del coordinamento provinciale reggiano dei comitati “Ambiente e Salute”, piu’ alcune aziende agricole, presentato il 20 febbraio scorso contro la centrale “Forsu” prevista nell’area di Gavassa.

Un ricorso che e’ stato in parte dichiarato inammissibile e in parte respinto (i ricorrenti pagheranno le spese di giudizio), in quanto per i giudici “presenta profili di inammissibilita’ per difetto di interesse in relazione a singoli capi d’impugnazione e, in ogni caso, e’ infondato nel merito”. Nel mirino dei cittadini era in particolare finito il cosiddetto “provvedimento autorizzativo unico (Paur)” dell’infrastruttura, una “summa” di tutti i nulla osta necessari arrivato nel 2019, dopo un lungo percorso avviato otto anni prima. Una decina, in sintesi, le questioni specifiche sollevate, tra cui il fatto che l’individuazione del soggetto legittimato a realizzare l’impianto doveva avvenire previo esperimento di una pubblica gara, che l’impianto non poteva essere realizzato nel territorio del comprensorio di produzione del Parmigiano Reggiano e la mancata considerazione dell’impatto sul traffico veicolare sulla rete stradale circostante dei camion che conferiranno i rifiuti.

E ancora: l’illegittimita’ di affrontare in tempi futuri questioni che avrebbero dovuto precedere il rilascio della valutazione di impatto ambientale, l’illegittimita’ del mancato accoglimento della domanda di partecipazione dei ricorrenti ai lavori della Conferenza dei servizi e la natura non vincolante della concordata autolimitazione della capacita’ ricettiva dell’impianto, per cui Iren si e’ impegnata ad accogliere i rifiuti provenienti da Parma e Reggio Emilia (e non piu’ anche da Piacenza). Per finire sollevati i temi degli impatti acustici e sulla salute dei cittadini.

Tutte motivazioni ritenute dai giudici prive di fondamento o dei presupposti giuridici per accoglierle. In merito alla questione della gara pubblica, ad esempio, viene ribadito che “Iren, nella vicenda oggetto del presente giudizio, non opera in qualita’ di concessionario di un servizio pubblico, ma di operatore economico privato in ambiti non regolamentati”. I ricorrenti inoltre “non sono legittimati a far valere in giudizio interessi nella titolarita’ del Consorzio di tutela del marchio del Parmigiano reggiano che partecipava in proprio al procedimento autorizzativo, vedendo considerate e in parte accolte le proprie richieste”.

Dopo l’accoglimento in via cautelare del ricorso avvenuto a marzo, in attesa del giudizio di merito ora espresso, Iren “prende atto con soddisfazione” della sentenza, “da sempre convinta della validita’ del progetto dal punto di vista ambientale”. E confida “di poter presto dotare il territorio di questa importante infrastruttura, determinante per il raggiungimento degli obiettivi di economia circolare previsti dalla pianificazione regionale”. Dall’impianto, viene ricordato uscira’ “biometano sufficiente a riscaldare 4.600 famiglie o, in alternativa, alimentare 7.600 autovetture oppure 190 autobus con impatto ambientale delle emissioni nullo”, oltre a 53.000 tonnellate di compost di qualita’ ad uso agricolo e 10.000 tonnellate di anidride carbonica liquida “food grade” per usi industriali.