Gianluca, con il sorriso al traguardo della Gran fondo più dura d’Europa

29 settembre 2020 | 12:58
Share0
Gianluca, con il sorriso al traguardo della Gran fondo più dura d’Europa

Tredici ore di bicicletta e 8.200 metri di dislivello. Il reggiano Gianluca Gemma, della Ciclistica brescellese, è arrivato 85esimo in classifica generale

REGGIO EMILIA – Ben 8.200 metri di dislivello (le tappe più dure al giro d’Italia arrivano a 5mila) e 240 chilometri in tutto fra le montagne. E’ la gran fondo di ciclismo più dura d’Europa, il Tour des Stations, che si tiene in Svizzera, a cui ha partecipato, l’8 agosto scorso, il reggiano Gianluca Gemma della Ciclistica brescellese. Il ciclista reggiano è arrivato 85esimo in classifica generale su 300 atleti (molti ritirati) e terzo tra gli italiani. E’ stato in bicicletta per tredici ore.

La passione per la bici di Gianluca nasce da lontano e la deve a suo nonno che, da piccolo, lo portava in bici per le nostre campagne e colline, passione in un primo momento accantonata, ma poi circa dieci anni fa ritornata grazie alla ciclistica brescellese, gruppo sportivo del paese nato nel 2000, grazie all’impegno di Giancarlo Friggeri detto Angelillo e allo sponsor Cagna e Benelli.

Racconta Gianluca: “L’idea di provare questa “impresa” nasce un per caso, in questi anni ho partecipato a diverse manifestazioni, a tutte le classiche monumento (Fiandre, Roubaix, Liegi Bastogne Liegi, Milano Sanremo, Lombardia) alle più importanti gran fondo d’Italia passando dalle manifestazioni in mtb alle rievocazioni con bici d’epoca. Un grande passione, ma soprattutto la voglia di nuove esperienze insieme a tutti i miei compagni. Volevo provare qualcosa di nuovo, scalare passi ancora inesplorati e capire fin dove potevo arrivare. Sapevo che sarebbe stato molto dura perché una ultra-fondo da 8200 metri di dislivello positivo e 240 km non li avevo mai fatti e né tanto meno provati”.

Sportivamente parlando è stato un anno complicato per Gianluca perché è stato fermo circa 6 mesi tra inverno e poi lockdown e non è riuscito ad allenarsi un gran che, solo con 4mila chilometri sulle gambe.

Ricorda il ciclista reggiano: “Un’esperienza veramente unica: sveglia alle 3.30 colazione, in griglia alle 4.30 controllo delle luci, con mascherina al seguito e poi partenza alle 5. La prima ascesa lascia qualcosa di magico tutta la strada illuminata dalle luci dei ciclisti è stato emozionate, come è stato ancora più emozionate vedere il sole sorgere in mezzo alle vallate e i vigneti delle montagne svizzere. E dopo tutto questa bellezza s’incomincia a far fatica e a pedalare tra le asperità delle montagne, ma sempre con il sorriso ben stampato in faccia, perché la mia filosofia di bici è che oltre la fatica ci deve essere anche il divertimento, lo faccio per passione e per le sensazioni che questo sport riesci a darti”.

E aggiunge: “Non nascondo che non è stata una passeggiata, è stata una gara veramente molto dura, sicuramente la più dura che abbai mai fatto, ho avuto problemi di stomaco e digestione, dopo metà gara non sono più riuscito ad alimentarmi e le gambe nelle ultime salite mi hanno abbandonato, ma ho stretto i denti e salendo di testa con calma sono riuscito a terminare la gara. L’ultima ascesa è stata il Col de la Croix de Coeur con i primi chilometri di strade bianche in mezzo al bosco e con le poche forze che mi sono rimaste mi sono goduto in pieno tutta l’asperità e il panorama che offriva, fino ad arrivare, dopo tanta fatica, al meritato e sudato traguardo”.