Fondazione Reggio Children: “Il Covid? L’antidoto siamo noi”

24 settembre 2020 | 16:34
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Fondazione Reggio Children: “Il Covid? L’antidoto siamo noi”

Le attivita’ previste per il nuovo anno, insieme alla rinnovata veste grafica della Fondazione, il nuovo sito internet e una campagna di comunicazione specifica per attrarre nuovi sostenitori, sono state illustrate oggi dalla presidente Carla Rinaldi

REGGIO EMILIA – E’ tempo di bilanci, ma anche di novita’ in arrivo per la Fondazione Reggio Children-Centro Loris Malaguzzi di Reggio Emilia, che tra quattro giorni entra nel decimo anno di attivita’. E che, in tempi di covid, ha rinnovato progetti e strategie per perseguire la sua mission istituzionale: la ricerca nel campo dell’educazione di qualita’ (ad esempio nella dimensione del gioco e attraverso l’organizzazione fisica degli spazi ludici) e il contrasto alla poverta’ educativa, con un progetto che vede oggi coinvolti contesti marginali di quattro citta’ italiane.

Le attivita’ previste per il nuovo anno, insieme alla rinnovata veste grafica della Fondazione, il nuovo sito internet e una campagna di comunicazione specifica per attrarre nuovi sostenitori, sono illustrate oggi dalla presidente Carla Rinaldi. “Il covid, oltre a ferite, dolori e perdite, ci ha lasciato anche delle riflessioni per costruire il futuro. Noi siamo convinti che l’educazione, che ha il suo cuore nella scuola, sia il miglior anticorpo al virus”, dice Rinaldi.

Nello specifico, a partire dalle attivita’ on line svolte durante il lockdown, tutti i progetti di Fondazione Reggio Children sono stati rivisti non solo nel rispetto delle norme sanitarie, ma soprattutto rilanciandone l’efficacia e il significato. La maggior parte iniziative, spiega Massimiliano Massimelli, responsabile della comunicazione, “sta continuando in continuita’ tra online e presenza fisica. Tratto comune dei progetti e’ un approccio di ricerca che abbraccia numerose discipline e contesti sociali differenti”.

Nell’elenco dei progetti attivi c’e’ in cima quello contro la poverta’ educativa (“che per noi non ha mai coinciso con quella economica”, dice Rinaldi) denominato “Face-Farsi Comunita’ Educanti” che punta sulle relazioni e i legami di comunita’ tra scuola, famiglie con bambini, servizi sociali e istituzioni, in quattro realta’ complesse di Napoli, Palermo, Reggio Emilia e Teramo con il coinvolgimento di oltre 2.000 persone. A Palermo, dove si e’ creata una social community, partira’ il 10 ottobre uno sportello di orientamento. Prosegue anche la riprogettazione dei luoghi educativi e dei contesti di apprendimento che vede la Fondazione Reggio Children, affianco al partner Enel Energia, coinvolta nelle “ristrutturazioni” di un centinaio di scuole italiane e, in citta’, nei 19 spazi esterni presi in affitto dal Comune per lo svolgimento delle lezioni nel rispetto delle misure anticovid.

Con Lego Founfation continua anche la ricerca su “gioco e apprendimento nell’era digitale” mentre un altro filone riguarda i contesti socializzanti come quelli a tavola, in cui e’ previsto anche un progetto di ricerca sui i disturbi alimentari dell’infanzia e dell’adolescenza. Passando dai bambini agli adulti, ai primi di novembre inizia in presenza il secondo corso di dottorato industriale “Reggio Childhood Studies” del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Universita’ di Modena e Reggio, diretto da Alberto Melloni, con Fondazione Reggio Children, e riprendono gli incontri e le lezioni per i dieci dottorandi del secondo anno, che hanno iniziato nell’anno accademico 2019-20. “FRC”, e’ invece il nuovo logo della fondazione, realizzato dall’agenzia di comunicazione “bunker”.

Infine Fondazione Reggio Children, che e’ fondazione di partecipazione, e’ diventata ente di terzo settore e lancia il tesseramento con la possibilita’ di aderire e di supportare con quote annuali o donazioni la ricerca in campo educativo. La donazione minima per tesserarsi per un anno e’ di 30 euro. L’assessore comunale alla Conoscenza Raffaella Curioni, in un messaggio fatto pervenire, sottolinea: “Dagli interventi di Scuola Diffusa ai progetti nei quartieri difficili, alla ricerca su cibo e gusto, l’esperienza educativa di Reggio Emilia continua a generare innovazione e strumenti per fare fronte comune anche nelle sfide piu’ impreviste”.