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Coronavirus, contagi stabili in Italia: sei le vittime

12 settembre 2020 | 17:45
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Coronavirus, contagi stabili in Italia: sei le vittime

Con il ritorno in classe degli studenti l’indice di diffusione del Covid 19 potrebbe salire di circa lo 0,4. De Luca: “Le scuole riprendono il 24? Non so”

REGGIO EMILIA – Calano leggermente i contagi per coronavirus in Italia: nelle ultime 24 ore, secondo i dati sul sito della Protezione civile, si sono registrati 1.501 nuovi casi casi, mentre ieri erano stati 1.616 nuovi. Il totale dei contagiati, compresi vittime e guariti, è di 286.297. In calo oggi le vittime, 6 a fronte delle 10 di ieri, per un totale di morti dall’inizio della pandemia di 35.603. I guariti e dimessi sono complessivamente 213.191, 759 più di ieri. Oltre 92 mila i tamponi effettuati.

I pazienti in terapia intensiva aumentano di 7 unità arrivando a 182. I ricoverati con sintomi sono ora 1.951 (+102 rispetto a ieri), in isolamento domiciliare si trovano 35.370 persone (+627). Gli attualmente positivi aumentano di 736 e sono ora 37.503. Nessuna regione fa registrare zero nuovi casi, guida la Lombardia con 269 positivi trovati, secondo i dati del ministero della Salute.

Secondo una stima contenuta nei documenti allegati ai verbali del Comitato tecnico scientifico che già alla fine di aprile aveva analizzato i diversi scenari in vista dell’inizio della fase 2, ai primi di maggio, con la riapertura delle scuole l’indice di diffusione del Covid 19 potrebbe salire di circa lo 0,4.

Le stime sono contenute in uno dei documenti elaborati dall’Inail sui dati dell’Istituto superiore di sanità e della fondazione Bruno Kessler e riportate nel verbale del 22 aprile scorso: un rapporto dettagliato nel quale vengono elencati tutti i possibili effetti prodotti sulla diffusione del virus dalle riaperture nei diversi settori chiusi in seguito al lockdown, al termine del quale i tecnici consigliavano di adottare “un approccio progressivo nelle misure di riapertura”, ribadendo in ogni caso la necessità dell’utilizzo delle mascherine in tutti i luoghi pubblici, del distanziamento sociale e del divieto di assembramento.

Una delle tabelle del documento indica l’effetto che le riaperture hanno sull’indice Rt: senza alcuna chiusura l’Rt è al 2.25 (media tra 2.06 e 2.44); con solo la chiusura delle scuole l’indice scende invece a 1.86 (media tra 1.66 e 1.97), dunque 0,39 in meno. Se alla chiusura delle scuole si aggiunge anche lo smart working, l’indice scende ulteriormente a 1.69 (media tra 1.54 e 1.83), 0,56 in meno.

Intanto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è dubbioso sulla riapertura delle scuole. “Oggi no. Il 24 settembre non so: non sappiamo quanti banchi siano arrivati ad oggi, né quanti siano i docenti”. “Abbiamo contestato – ricorda De Luca – due orientamenti del governo nazionale, a nostro parere sbagliati: rendere facoltativi i test sierologici per il personale scolastico e, qui, in Campania sono obbligatori. E la misurazione della temperatura corporea: abbiamo deciso, pur non essendo di competenza della Regione, di dare tremila euro ai presidi per l’acquisto di termo scanner per la misurazione della temperatura dentro gli istituti scolastici. Quindi ci stiamo facendo carico di ritardi del ministero della Pubblica istruzione”.

E ancora: “Non sappiano quanti banchi sono arrivati ad oggi, non sappiamo quanti sono i docenti. Combatteremo per impedire che i docenti che sono già in organico siano mandati a 500 chilometri di distanza e intendiamo attivare contratti integrativi di servizi con società private, di cui già ci si avvaleva per le gite scolastiche, per aumentare i mezzi e garantire il trasporto e la sicurezza degli studenti nell’avvio del nuovo anno scolastico”.