Comune, in Consiglio “no” a dibattito su caso appalti

28 settembre 2020 | 18:02
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Comune, in Consiglio “no” a dibattito su caso appalti

Non è stato ammesso un odg del Movimento Cinque stelle su segnale di costituzione parte civile

REGGIO EMILIA – In sala del Tricolore a Reggio Emilia non si parla della recente inchiesta della Procura sui presunti bandi di gara degli appalti pubblici confezionati su misura. A chiedere di affrontare la vicenda, in cui 26 persone tra dirigenti, dipendenti e consulenti esterni del Comune (di cui alcuni ancora in servizio) hanno ricevuto un avviso di fine indagini, e’ stata la consigliera del Movimento 5 stelle Paola Soragni, con un ordine del giorno a carattere d’urgenza, che non e’ pero’ stato ammesso alla discussione dalla maggioranza del Consiglio comunale.

In particolare la pentastellata ha chiesto nel documento di convocare una commissione o una seduta straordinaria del Consiglio “per capire davvero cosa e’ successo e avere garanzie sul funzionamento della macchina comunale”. Inoltre, “poiche’ parliamo di appalti per 27 milioni che sono soldi pubblici, soldi dei cittadini”, Soragni ha incalzato il Comune a “dare fin da subito un segnale, impegnandosi a costituirsi come parte civile nell’eventuale processo a carico degli odierni indagati”.

La replica e’ arrivata dal consigliere Paolo Genta del Partito democratico, che ha definito l’ordine del giorno “ossimorico” perche’ “da un lato ribadisce il principio di presunzione di innocenza, dall’altro chiede una presa di posizione in una sede politica in una fase prematura”. La “chiusura delle indagini – prosegue Genta – non sposta nulla e non rappresenta certamente un motivo d’urgenza”. Inoltre “l’approvazione della proposta sarebbe una grave intromissione in argomenti che in questo momento devono rimanere di esclusivo appannaggio del sistema giudiziario, in cui tutti noi consiglieri dobbiamo riporre la massima fiducia”.

Per Genta e’ infine “singolare che la richiesta arrivi proprio dal Movimento 5 stelle, che giustamente ha evitato di chiedere le dimissioni del proprio sindaco di Torino, Chiara Appendino”. L’ammissibilita’ dell’odg dei 5 stelle e’ stata quindi respinta con 16 voti contrari contro 11 a favore. Tra i “no” anche quello di Matteo Iori, presidente del Consiglio comunale.