Reggiana scala cima di 4mila metri dopo un doppio trapianto polmonare

25 agosto 2020 | 19:24
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Reggiana scala cima di 4mila metri dopo un doppio trapianto polmonare
Reggiana scala cima di 4mila metri dopo un doppio trapianto polmonare
Reggiana scala cima di 4mila metri dopo un doppio trapianto polmonare
Reggiana scala cima di 4mila metri dopo un doppio trapianto polmonare
Reggiana scala cima di 4mila metri dopo un doppio trapianto polmonare

Valeria Lusztig, 45 anni, malata di fibrosi cistica, si è inerpicata fino ai 4.167 metri del Cristo delle Vette, una cima del massiccio del Monte Rosa

REGGIO EMILIA – Non ce l’aveva fatta, causa il maltempo, a salire sul Gran Paradiso a 4.061 metri di quota ai primi di agosto. L’appuntamento era stato solo rimandato, ma per andare ancora più in alto: fino ai 4.167 metri del Cristo delle Vette, cima del massiccio del Monte Rosa.

Stiamo parlando di Valeria Lusztig, una reggiana di 45 anni, malata dalla nascita di fibrosi cistica, che, a tre anni da un doppio trapianto polmonare, ieri ha coronato il suo sogno. Valeria per supportare e raccontare la sua impresa ha aperto anche una pagina Facebook dal titolo provocatorio “Guardami adesso” per raccogliere fondi per la fibrosi cistica.

Scrive su Facebook dopo l’impresa: “Ce l’hai fatta. È quello che mi ripetono in queste ore, tutti quelli che condividono con me la felicità di una vetta raggiunta. Sì.
Ce l’abbiamo fatta. 4167 volte A raggiungere una vetta, ( l’obiettivo erano i 4 mila metri) immaginata, poi scippata, a superare la fatica, le ipoglicemie, le mille difficoltà che si presentano, e si moltiplicano, in un progetto come questo. Ma soprattutto ce l’abbiamo fatta: a condividere tutta la gamma delle emozioni e dei sentimenti con un gruppo di persone straordinarie che, per un motivo che non mi è del tutto chiaro, a un certo punto ha deciso che io dovessi salire oltre i 4mila e coronare un sogno che fino all’anno scorso non sapevo neppure di avere”.

L’impresa di ieri è stata una grande vittoria, per Valeria e per tutte le persone che, nonostante la malattia, non si sono mai arrese e continuano a dire: “Guardami adesso”.