Case protette, i Comitati: “Emilia-Romagna ha secretato atti su Covid”

10 agosto 2020 | 16:07
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Case protette, i Comitati: “Emilia-Romagna ha secretato atti su Covid”

Istanza da Codacons e famigliari vittime: “La Regione si nega i consiglieri”

REGGIO EMILIA – L’Emilia-Romagna ha ‘secretato’ gli atti sulle case protette colpite dal covid-19. Un po’ come ha fatto il Governo con i documenti del Comitato tecnico-scientifico. A muovere l’accusa e’ il comitato dei familiari degli anziani deceduti per coronavirus nelle Rsa dell’Emilia-Romagna, che insieme al Codacons ha presentato nei giorni scorsi un accesso agli atti in Regione per visionare le carte sui mesi del lockdown nelle strutture per anziani.

Un’istanza che, ci tiene a sottolineare il comitato, arriva dopo quelle presentate da consiglieri regionali e comunali, tutt’ora senza risposta. “E’ necessario che si faccia chiarezza su quanto accaduto – affermano i familiari e il Codacons – ma tale sforzo e’ reso arduo dal mancato rispetto dei diritti di accesso agli atti presentati dai singoli cittadini e del rispetto delle prerogative dei consiglieri regionali e comunali”. Proprio gli eletti, riferisce il comitato, “si sono visti negare le risposte dalle competenti istituzioni alle richieste di documenti e relazioni su quanto accaduto”.

Secondo i familiari, insomma, “a livello regionale e comunale si e’ registrata una sorta di duplicazione della secretazione, applicata in modo illegittimo dal Governo fino a pochi giorni or sono sui verbali del comitato tecnico-scientifico, ai documenti e alle ispezioni prodotti in ambito comunale dalle aziende sanitarie e dalla Regione Emilia-Romagna”.

Questa, precisa il comitato, “non e’ una nostra sensazione, quanto piuttosto il riscontro dei consiglieri regionali che abbiamo incontrato in queste settimane, che hanno tutti lamentato lo svuotamento e il mancato rispetto delle loro prerogative, non vedendosi dare alcun riscontro alle domande di accesso agli atti e interrogazioni in materia di covid presentate nei scorsi mesi”. I familiari delle vittime di covid in Emilia-Romagna chiamano dunque in causa sia il governatore Stefano Bonaccini sia la presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti, che non sono “intervenuti in modo risolutivo per ripristinare i diritti dei cittadini e dei consiglieri, senza attendere l’intervento della magistratura”.

Nei giorni scorsi il Codacons, a cui seguiranno i comitati dei familiari, ha quindi inoltrato alla Regione un’istanza di accesso agli atti, “confidando che venga rispettato nei 30 giorni il diritto di accesso” e chiedendo ai consiglieri regionali “di inoltrare analoghe istanze di accesso e promuovere interrogazioni aventi analogo contenuto. Qui nessuno vuole puntare il dito accusatorio contro qualcuno in particolare – precisano i familiari – a meno che non vengano violate le regole del nostro ordinamento democratico”.

Nelle settimane scorse, il comitato e il Codacons hanno incontrato diversi gruppi politici in Regione: dopo i Verdi, e’ toccato a Lega, Fratelli d’Italia e M5s. “Da tali incontri e’ emersa un’importante disponibilita’ ad affiancarci nella ricerca della verita’ circa quanto accaduto in questi mesi- riferiscono i familiari delle vittime- ad oggi sono ancora oltre 4.000 i parenti delle vittime di covid che attendono di avere risposte e soprattutto giustizia”. Nel frattempo, afferma il comitato, “appare sempre piu’ chiaro che non tutte le strutture si sono trasformate nei mesi scorsi in luoghi di contagio e di morte”.

In diverse Rsa, infatti, “non si sono registrati decessi e neppure casi di contagio, dimostrando cosi’ che non erano fatti ineludibili per chi era ricoverato in queste strutture”, affermano i familiari.