Montecchio, il Comune vuole l’ex ristorante sequestrato alla ‘ndrangheta

13 luglio 2020 | 16:53
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Montecchio, il Comune vuole l’ex ristorante sequestrato alla ‘ndrangheta

L’ente ha chiesto di utilizzare la proprietà dei fratelli Palmo e Giuseppe Vertinelli, condannati entrambi in primo grado a quasi 30 anni nel processo Aemilia.

MONTECCHIO (Reggio Emilia) – L’amministrazione comunale di Montecchio ha inviato una manifestazione di interesse, sulla base dell’articolo 48 del Decreto Legislativo 159/2011 “Codice delle leggi antimafia”, per ricevere in uso l’immobile sottoposto a sequestro preventivo della società Mille Fiori s.r.l. che era di proprietà dei fratelli Palmo e Giuseppe Vertinelli, condannati entrambi in primo grado a quasi 30 anni nel processo Aemilia.

L’ampia struttura di circa 7000 mq., un ex ristorante in strada Calerno nel Comune di Montecchio, potrebbe perciò nei prossimi mesi essere messa a disposizione della cittadinanza per numerose iniziative e interventi ed essere così restituita a quella comunità che sopporta il costo più alto dell’emergenza della criminalità organizzata.

“È proprio alla comunità e alle sue associazioni – afferma il vicesindaco Roberta Dieci – che si intende dare risposta con l’utilizzo degli spazi dell’ex ristorante “Millefiori”, spazi che sarebbero destinati a sedi sociali, spazi per i giovani e le associazioni culturali (teatro, cinema, proiezioni), sportive e di volontariato. L’intenzione della giunta comunale ha infatti la duplice valenza di utilizzare un bene, provento di attività criminali, per scopi socialmente utili e di recuperare e rendere fruibile in ambito sociale una struttura che ormai da cinque anni è in stato di totale abbandono”.

Un progetto dettagliato è già stato definito ed è in attesa di essere messo in atto, con il fondamentale contributo degli enti del terzo settore presenti sul territorio e di tutti i cittadini.

“L’assegnazione al Comune di Montecchio del complesso “Millefiori” – prosegue l’assessore al bilancio e allo sport Stefano Ferri – avrebbe un rilevante impatto, sia simbolico che concreto. Significherebbe infatti ribadire e porre in primo piano la legalità, quale pre-requisito e valore fondante l’operato dell’Amministrazione, rimarcando con azioni concrete che ogni forma di illegalità viene e verrà combattuta senza compromessi. Dal punto di vista concreto si darebbero risposte importanti e definitive a numerose richieste delle associazioni e del mondo sportivo, creando una “casa comune” sinergica e dal forte valore simbolico”.

“Sarebbe la vittoria della Comunità contro l’anti-stato – conclude il sindaco Fausto Torelli – un vigoroso voltare pagina rispetto allo scenario palesatosi nel processo Aemilia: nelle proprietà sequestrate si riunirebbero coloro che fanno vivere le associazioni, il miglior epilogo possibile”.