Lavoro, nel 2019 si sono dimessi in 812 per seguire i figli

13 luglio 2020 | 14:35
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Lavoro, nel 2019 si sono dimessi in 812 per seguire i figli

Un numero “impressionante”, sottolineano dall’ufficio della consigliera di Parita’ della Provincia

REGGIO EMILIA – Sono 812 in provincia di Reggio Emilia i lavoratori che nel 2019 si sono dimessi per prendersi cura dei loro figli piccoli, non riuscendo a conciliare i tempi di vita con le esigenze di lavoro. Un numero “impressionante”, sottolineano dall’ufficio della consigliera di Parita’ della Provincia.

“I compiti di cura sono quasi completamente delegati alla famiglia e all’interno di essa, in particolare alle donne, siano esse occupate o non occupate. Se pensiamo che questo fenomeno interessi prevalentemente genitori di piu’ figli, stupisce il dato nazionale che rileva che il 60% degli abbandoni riguardi lavoratori e lavoratrici con un solo figlio o in attesa del primo”, si sottolinea.

“Assoluta attenzione dovra’ prestarsi a questi dati nel corso del 2020 e in particolare nell’ultimo trimestre dell’anno, quando, una volta esauriti i congedi parentali ‘Covid’, assisteremo al rientro al lavoro, con le non poche incertezze che si profilano all’orizzonte in tema di economia, istruzione e servizi alle famiglie”, e’ l’allarme.

Intanto, le consigliere di Parita’, Maria Mondelli e Francesca Bonomo, hanno siglato un protocollo con l’Ispettorato del lavoro per contrastare il fenomeno delle dimissioni entro i tre anni di vita dei bambini, mettendo in campo tutte le tutele per i lavoratori, a garanzia di una sempre maggiore consapevolezza dei diritti delle madri e dei padri.

Inoltre, la Provincia di Reggio Emilia, in particolare la consigliera con delega alle Pari opportunita’, Claudia Aguzzoli, insieme alle consigliere di Parita’, sta lavorando alla costruzione di un progetto per approfondire la conoscenza delle condizioni di lavoro delle donne reggiane, a partire proprio dal periodo dell’emergenza Covid, “per capire e proporre interventi, sulle possibili cause dei fenomeni di discriminazione esistenti a danno delle lavoratrici”.