Spaccio e prostituzione sulla via Emilia, quattro arresti

4 giugno 2020 | 12:23
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Spaccio e prostituzione sulla via Emilia, quattro arresti

Sgominata dai carabinieri un’organizzazione criminale di matrice albanese, con addentellati rumeni e italiani: si cercano altre cinque persone

REGGIO EMILIA – Sgominata dai carabinieri un’organizzazione criminale di matrice albanese, con addentellati rumeni e italiani, dedita allo sfruttamento della prostituzione ed al traffico di droga. Quattro persone sono finite in carcere e agli arresti domiciliari accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione e, in concorso tra loro, di una serie di singoli reati della stessa indole.

Proseguono le ricerche degli altri 5 componenti della banda che sono ricercati su tutto il territorio nazionale. I nove sono accusati anche di altri reati relativi allo spaccio e la cessione di sostanze stupefacenti in favore di prostitute e clienti.

L’indagine, condotta sotto il coordinamento della Procura reggiana, dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Castelnovo Monti, è stata chiamata Telepass. Questo perché il capo dell’organizzazione, una donna albanese, negli spostamenti dalla provincia di Brescia dove vive a quella reggiana, dove sfruttava la prostituzione di giovani connazionali, quando arrivava al casello autostradale si posizionava dietro mezzi muniti di telepass in modo da accodarsi e passare senza pagare il pedaggio.

Le indagini sono state avviate nel 2016 dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Castelnovo Monti. In seguito a questa attività il sostituto procuratore Giulia Stignani ha chiesto e ottenuto dal Gip del Tribunale di Reggio Emilia una misura misure cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti di 9 indagati.

Gli arresti sono stati eseguiti martedì mattina, tra la Lombardia e l’Emilia Romagna, dai militari della compagnia di Castelnovo Monti, con il supporto di quelli della compagnia di Brescia. Tra le province di Brescia e quella di Reggio Emilia sono stati rintracciati 4 dei 9 indagati che sono stati arrestati. Tra loro il capo dell’organizzazione, ovvero la 35enne albanese Liljana Shoshari, residente a Rezzato (BS) finita in carcere e l’autista delle lucciole che si preoccupava di accompagnare le prostitute sul posto di lavoro (dietro compenso in danaro o natura attraverso prestazione sessuale) e Ludovico Ratta, 61 anni, calabrese d’origine residente a Reggio Emilia che è finito ai domiciliari.

In carcere sono finiti anche la 38enne rumena Ionica Paun residente a Rezzato (BS) prima collaboratrice del capo dell’organizzazione che aveva, tra i suoi compiti, quello di controllare le ragazze, contribuendo anche alla ricerca delle postazioni dove farle lavorare riscuotendo da loro parte dei ricavati dell’attività di prostituzione ed Emiljano Osmani, albanese 27enne in Italia senza fissa dimora e rintracciato nel bresciano, che aveva il compito di controllare le ragazze sfruttate.

L’indagine iniziata nel 2016 è scaturita da un’attività investigativa antidroga avviata di iniziativa dai carabinieri del Nucleo operativo di Castelnovo Monti su una fitta rete di spaccio di stupefacenti (nel corso della quale sono state arrestate 17 persone e sequestrate diversi etti di cocaina e anche una pistola) nei centri della Val d’Enza, in seguito alla quale, nel gennaio 2017, è stato arrestato un 36enne albanese, tra i cui contatti telefonici era presente, come fornitrice abituale di quantitativi di droga, una connazionale, allora 32enne, che è poi la attuale 35enne albanese Liljana Shoshari che ora è finita in carcere.

La successiva attività tecnica, corroborata da numerosissimi servizi di osservazione e pedinamento, ha permesso di ricostruire un quadro completo delle attività criminali gestite dagli associati, consistenti in prevalenza sullo sfruttamento di dieci giovani donne provenienti dall’Est Europa, incentrato sul tratto di strada lungo la via Emilia a confine con la Provincia di Parma.

L’indagine si è successivamente ramificata disvelando anche le azioni delittuose di una serie di soggetti di nazionalità albanese dediti stabilmente alla commissione di furti e rapine in abitazione.