Rec: “Via Paradisi, il Comune faccia un’assemblea pubblica”

19 giugno 2020 | 12:31
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Rec: “Via Paradisi, il Comune faccia un’assemblea pubblica”

Reggio Emilia in Comune all’amministrazione: “Ci vuole sicumera aggressiva e negazionista e serve un assessorato alla Partecipazione e cura dei quartieri”

REGGIO EMILIAChe il processo partecipativo sia qualcosa di complesso, articolato e non usuale nella pratica politica è qualcosa che nessuno può, in coscienza, negare e, data questa premessa, non deve stupire nessuno che al suo interno possano verificarsi errori e momentanei fallimenti.

Ciò che duole è vedere un Comune che non intende mai, in nessun momento del suo operato, accettare di ammettere i propri errori e farne ammenda, ma che anzi si barrica dietro una sicumera aggressiva e negazionista. Duole vedere come, in questa strenua difesa delle proprie posizioni, questo Comune cerchi di frantumare le comunità e di additare come nemici della stessa dei singoli cittadini, facendo passare per un accanimento personale mosso da un paio di persone quelle che, in realtà, sono le istanze e le richieste di tutta una parte della città che crede che i processi partecipativi non siano solo parole buone per la campagna elettorale o per dare una certa immagine di sé, ma un concetto complesso e pregno di un senso che mette al centro i cittadini, le persone.

Una parte della città che vuole che gli interventi siano mirati a migliorare per davvero la vita delle persone e che pensa che, affinché ciò possa accadere, siano le persone stesse a dover essere ascoltate per prime, messe al centro, informate e coinvolte.

Cosa si deve pensare di un Comune che definisce “stillicidio” le critiche e le legittime richieste di cittadini che fino ad oggi non sono stati coinvolti in decisioni che riguardano non solo la loro città o il loro quartiere, ma la loro stessa casa? Nell’intento di sminuire il fatto a qualcosa di personalistico, sono stati ripetuti con insistenza i nomi e i cognomi di coloro che si sono fatti portavoce di una comunità e questo è un atteggiamento grave non solo per chi in questa vicenda si vede strumentalizzato, ma anche come messaggio per la comunità tutta, perché è una reazione dai toni intimidatori.

Per scongiurare strumentalizzazioni e personalismi pensiamo che le comunità debbano unirsi ancora di più e far sentire che chi si è espone e solo l’ambasciatore di qualcosa di molto più grande. Per poter portare avanti processi che siano veramente partecipativi, che mettano al centro le persone e le loro esigenze, che sappiano identificare sì i disagi reali, ma anche valorizzare i punti di forza esistenti, le comunità coese, le strategie che i cittadini hanno saputo autonomamente mettere in campo. Per poter ideare progetti che esaltino quanto di buono già c’è e sappiano mirare al cuore dei problemi e non corrano il rischio di fare l’esatto opposto, crediamo che sia importante avere un assessorato apposito sui quartieri, cosa che oggi a Reggio non c’è più.

Il Comune de “la città delle persone”, che ha fatto dell’assessorato ai quartieri e dei processi partecipativi il vessillo della scorsa campagna elettorale, in seguito alle dimissioni del 12 maggio scorso, in pieno lockdown, di Valeria Montanari, assessora ad Agenda digitale, Partecipazione e cura dei quartieri con delega a Innovazione tecnologica, Semplificazione amministrativa, Trasparenza e comunicazione, Processi partecipativi, Decentramento, Manutenzione del territorio (assessorato che già di per sé era un discreto calderone), ha deciso di scorporare l’assessorato, smembrandolo tra il sindaco e gli assessori già designati come “delega a”.

Come Reggio Emilia in Comune, quindi, facciamo nostre le istanze di queste comunità e anche noi chiediamo risposte nei confronti del progetto di riqualificazione che riguarda via Paradisi: chiediamo che venga fatta una assemblea pubblica, aperta alla popolazione tutta. Chiediamo vengano aperti dei tavoli per sviluppare un progetto che tenga conto dei disagi e delle proposte dei cittadini. Chiediamo che venga revisionato il progetto già presentato sulla base del lavoro di questi tavoli. Chiediamo inoltre che venga istituito nuovamente un assessorato alla Partecipazione e cura dei quartieri.