Mafie, confiscato ai fratelli Sarcone un patrimonio da 13 milioni

18 giugno 2020 | 10:06
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Mafie, confiscato ai fratelli Sarcone un patrimonio da 13 milioni

Sono beni di Nicolino, Gianluigi e Carmine Sarcone (residenti a Bibbiano e ora in carcere) condananti per aver coordinato, come luogotenenti del boss Nicolino Grande Aracri, gli affari illeciti al Nord della cosca Grande Aracri di Cutro

REGGIO EMILIA – Oltre 40 immobili tra terreni e fabbricati, numerosi autoveicoli intestati a persone fisiche e giuridiche, consistenti disponibilita’ finanziarie, quote societarie e compendi aziendali, imprese estere e conti bancari ubicati in Bulgaria e Romania. È il patrimonio da 13 milioni che la Direzione investigativa antimafia di Firenze, in raccordo con quella di Bologna, ha sequestrato oggi ai fratelli Sarcone, imprenditori originari della provincia di Crotone e residenti nel reggiano, tre dei quali condannati e detenuti come esponenti di spicco della ‘ndrangheta in Emilia.

Si tratta di Nicolino, Gianluigi e Carmine Sarcone (residenti a Bibbiano e ora in carcere), che secondo la sentenza di primo grado del processo Aemilia avrebbero coordinato, come luogotenenti del boss Nicolino Grande Aracri, gli affari illeciti al Nord della cosca Grande Aracri di Cutro. Interessato dalla confisca anche il quarto fratello, Giuseppe Sarcone Grande (residente a Reggio Emilia). I beni a cui i carabinieri di Reggio Emilia, Modena e Crotone hanno messo definitivamente i sigilli si trovano nelle province di Reggio, Modena, Parma, Perugia e Crotone.

Per tutti e quattro i fratelli il tribunale reggiano, su proposta del direttore della Dia di Bologna ha disposto, inoltre, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, per un periodo di cinque anni.

Il provvedimento di confisca scaturisce sia dagli esiti di un’attivita’ investigativa del Dia di Firenze, che nel 2014 aveva consentito di sequestrare in via d’urgenza i beni dei Sarcone, sia dallo sviluppo – da parte dei carabinieri di Modena – della nota indagine Aemilia del 2015 da cui e’ poi scaturito il piu’ grande processo contro la ‘ndrangheta al Nord, la cui sentenza di primo grado e’ arrivata nell’ottobre del 2018. Ieri la confisca di mezzo milione di beni ad un altro esponente del clan residente in provincia di Reggio Emilia, l’imprenditore Pasquale Brescia.