Comer Industries, i lavoratori dicono “no” al trasferimento

9 giugno 2020 | 17:15
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Comer Industries, i lavoratori dicono “no” al trasferimento

I sindacati: “Il trasferimento è un licenziamento mascherato”. Votato un primo pacchetto di 40 ore di sciopero a sostegno della vertenza

REGGIO EMILIA – I lavoratori della Comer Industries di Cavriago rispediscono al mittente la richiesta di trasferimento avanzata dalla direzione aziendale appena qualche giorno fa.

“Da qui non ci muoviamo, e siamo disposti a lottare per mantenere aperto lo stabilimento di Cavriago”. E’ stata questa la frase più ripetuta da operai e impiegati durante le quattro assemblee che Fiom Cgil e Uilm Uil hanno svolto nella giornata di oggi nel piazzale antistante lo stabilimento, mantenendo tutte le misure di distanziamento e protezione necessarie in questa fase.

Spiega Enrico Folloni della Fiom di Reggio Emilia che questa mattina ha partecipato a tutte le quattro assemblee: “Ai lavoratori è apparso chiaro fin da subito che questo trasferimento maschera la reale volontà di riduzione del personale. Il peggioramento delle condizioni di vita è tale che è ovvio aspettarsi che qualcuno sarà obbligato a uscire dall’azienda e si troverà a dimettersi”.

Per la Fiom e la Uilm si tratta di uno scenario che l’azienda ha messo in conto. Per i lavoratori il timore è che questo sia proprio lo scopo ultimo del trasferimento: dare il la a dimissioni “spontanee” di lavoratori come conseguenza del trasferimento, o peggio, arrivare al punto che siano i sindacati a chiedere all’azienda di aprire una procedura di licenziamento per chi sarà impossibilitato a trasferirsi.

Sottolineano i sindacati: “La Comer è un’azienda è sana e ‘l’ottimizzazione dei costi’ di cui parla la direzione aziendale altro non è che un peggioramento delle condizioni di vita dei dipendenti per poter continuare a garantire sontuosi utili agli azionisti. Nelle assemblee di oggi, mai così partecipate nella storia di questa unità produttiva, i lavoratori hanno fatto notare che i 7 milioni di utile che l’azienda ha corrisposto con un semplice click agli azionisti il 28 aprile scorso sono più di quanto guadagnato da tutti i 150 dipendenti nell’arco dell’intero 2019”.

Insomma, tanta delusione, indignazione e rabbia, quasi palpabili, è ciò che emerso dalle assemblee sindacali. E una presa di posizione chiara: quella di non accettare questo stato di cose. “Un clima del genere nella nostra storia aziendale non lo avevamo mai sentito” dichiarano le Rsu degli operai.

Per queste ragioni è stato votato quasi all’unanimità (142 partecipanti, un solo contrario) un mandato molto preciso per i rappresentanti sindacali. Davanti alla posizione espressa dai lavoratori – che si può riassumere nella richiesta di lasciare aperto lo stabilimento di Cavriago e in quella di smettere di distribuire utili ogni anno per investire invece maggiormente – è stato approvato un primo pacchetto di 40 ore di sciopero che, se necessario, potrà essere ampliato nelle prossime settimane.

Concludono Jacopo Scialla e Simone Vecchi segretari della Uilm e della Fiom di Reggio: “I lavoratori sono consapevoli che, visto l’atteggiamento aziendale, non sarà una vertenza semplice e breve, ma sono determinati a lottare per salvaguardare le proprie condizioni”.