Comer Industries, dividendi milionari e stabilimenti chiusi

9 giugno 2020 | 12:51
Share0
Comer Industries, dividendi milionari e stabilimenti chiusi

L’azienda di Matteo Storchi si prepara a spostare 150 dipendenti da Cavriago a Reggiolo, ma ha distribuito ai soci 19 milioni in due anni. E lo zio Fabio si è astenuto per due volte criticando questo tipo di politica industriale

REGGIO EMILIA – La Comer Industries, l’azienda di Reggiolo, che ha appena annunciato di chiudere la sede di Cavriagoe trasferire i 150 dipendenti nel sito produttivo del paese della Bassa, non naviga certo in cattive acque. Anzi. L’azienda guidata da Matteo Storchi, nipote di Fabio, attuale presidente di Unindustria locale e fondatore della Comer, che poi ha ceduto il controllo del gruppo al nipote incassando oltre 40 milioni di euro (attualmente con la sua Finregg Spa ha ancora un 8%), macina utili e stacca dividendi importanti per i suoi azionisti.

L’azienda ha distribuito ben 19 milioni di euro di dividendi fra il 2018 e il 2019. Dodici milioni nel 2018 e 7 nel 2019. Una politica non gradita, a quanto pare, da Fabio Storchi che, come si può leggere nel verbale dell’assemblea dei soci, si è astenuto per ben due volte quando è stato ora di votare a favore della distribuzione dei dividendi.

Nel 2018, addirittura, aveva fatto mettere a verbale che chiedeva al presidente, ovvero al nipote Matteo Storchi, “di illustrare la politica di dividendi della società nel medio periodo” precisando “di non essere d’accordo con l’importo che si propone di distribuire a valere sull’utile dell’esercizio 2018 il quale, a suo parere, è eccessivo e tale da poter pregiudicare le possibilità di espansione dell’azienda”.

Il nipote rispondeva allo zio precisando che “il consiglio di amministrazione non ha ancora approvato una politica di dividendi pluriennale” e facendo notare che “l’importo del dividendo che si propone di distribuire sul bilancio 2018 (0.60 centesimi ad azione) è comunque “supportato dalla esistenza di adeguate condizioni economiche, finanziarie e patrimoniali”.

Una divergenza che mostra come, probabilmente, fra i due ci sia una differenza di visioni strategiche sul modo di condurre l’azienda. Divergenze che, comunque, non hanno impedito allo zio di incassare con la sua Finregg Spa 1.020.000 nel 2018 e 595mila euro nel 2019. E’ andata decisamente meglio al nipote che, con la sua Eagle Oak srl, ha portato a casa 9 milioni e 180mila nel 2018 e 5 milioni e 124mila euro nel 2019.