Comer, continua la protesta: terzo giorno di stop

16 giugno 2020 | 13:29
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Comer, continua la protesta: terzo giorno di stop
Comer, continua la protesta: terzo giorno di stop
Comer, continua la protesta: terzo giorno di stop

Sindacati e lavoratori preoccupati in attesa dell’incontro fissato per questo pomeriggio alle 14.30 con la proprieta’

REGGIO EMILIA – “Noi da qui non ci spostiamo, ne’ oggi, ne’ domani”. E’ il messaggio al presidente della Comer industries Matteo Storchi (nipote di Fabio Storchi, alla guida degli industriali reggiani) che arriva dai 150 lavoratori dell’azienda meccatronica quotata in Borsa e impiegati nello stabilimento di Cavriago, in provincia di Reggio Emilia. Lo stesso sito produttivo cioe’, che dopo 20 anni di attivita’ l’azienda ha deciso di chiudere a inizio autunno, trasferendo i dipendenti nella sede di Reggiolo, a 40 chilometri di distanza.

Per i sindacati reggiani dei metalmeccanici Fiom-Cgil e Uilm-Uil, che hanno indetto oggi il terzo giorno di sciopero, un’operazione di “licenziamenti mascherati” che, con il pretesto della crisi generata dal Covid 19, avrebbe l’obiettivo di tagliare i costi e garantire sostanziosi dividendi agli azionisti (50 milioni circa negli ultimi tre anni, di cui sette nell’ultimo). E’ dunque carico di aspettative l’incontro fissato per questo pomeriggio alle 14.30 tra i sindacati e la proprieta’, in concomitanza del quale, questa mattina, le “tute blu” reggiane hanno voluto ribadire in modo netto la loro posizione, convocando davanti ai cancelli della fabbrica l’assemblea generale della Fiom e il direttivo provinciale della Uilm.

Un presidio a cui, tra lavoratori, dirigenti sindacali anche regionali e delegati di altre aziende giunti in supporto ai colleghi della Comer, hanno preso parte almeno 200 persone. “La vertenza della Comer diventa vertenza del territorio, una vertenza di tutti”, sottolinea il segretario provinciale della Uilm, Jacopo Scialla, che si prepara “ad una battaglia che non finira’ oggi e sara’ molto difficile”.

L’azienda, prosegue il sindacalista della Uilm, “ha dimostrato un’arroganza incredibile quando venerdi’ scorso, in una telefonata di cinque minuti, ha avvisato dell’intenzione di chiudere lo stabilimento fregandosene dei lavoratori, dei sindacati e di tutto, tranne che di un aspetto: il suo profitto aziendale”.

E ancora: “Ha parlato di crisi dovuta al Covid, ma questo e’ un tema che riguarda tutte le aziende, nessuna delle quali sta pero’ schiacciando la testa nell’acqua ai lavoratori togliendogli l’ossigeno”. Il dubbio dei sindacati, che al tavolo di confronto di oggi chiederanno sia sciolto, e’ quindi che dietro la decisione repentina della proprieta’ possa esserci una situazione finanziaria burrascosa. Anche perche’ – e’ la novita’ comunicata stamattina – “alcuni lavoratori sono stati collocati in cassa integrazione ordinaria Covid e a tutti e’ stato chiesta la flessibilita’ sui turni, cioe’ la disponibilita’ ad orari extra rispetto alle 38, 40 ore settimanali”, informa Scialla.

Richiesta quest’ultima gia’ rispedita al mittente perche’ nell’ambito della mobilitazione e del pacchetto di 40 ore di sciopero proclamati (ad oggi ne sono state consumate 14) e’ stata decisa anche la misura del blocco della flessibilita’. I lavoratori confermano che protesteranno ad oltranza anche, conclude Scialla, per “ripristinare corrette relazioni sindacali che tengano alti il valore e la dignita’ del lavoro”.

Storchi “avra’ alzato le quotazioni in borsa, ma ha azzerato le persone”, e’ lo sfogo di un lavoratore. “Se dovremo trasferirci per noi non e’ solo un fatto economico- aggiunge una lavoratrice- perche’ saremmo costretti a togliere tutto alle nostre famiglie. L’umanita’ e’ molto diminuita in questa azienda”. La Camera del lavoro di Reggio supporta la vertenza che, dice il segretario generale Ivano Bosco, “deve diventare territoriale ed emblematica per Reggio Emilia”. Passata la fase Covid, prosegue Bosco, “ci troviamo di fronte ad un’azienda che non riconsoce l’organizzazione sindacale e il ruolo dei lavoratori, senza i quali la Comer non avrebbe potuto dividersi milioni di euro che ha fatturato”.

Insomma, “si fa presto, dove non ci sono relazioni sindacali a diventare Comer, mentre noi dobbiamo far diventare la Comer altro”, chiude Bosco. Apprezzamenti infine al sindaco di Cavriago Francesca Bedogni, che sabato scorso ha incontrato i lavoratori dimostrando loro la solidarieta’ del Comune, ed ha annunciato che prendera’ parte alle prossime assemblee sindacali.