Casa Cervi, torna il festival teatrale di Resistenza

24 giugno 2020 | 19:18
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Casa Cervi, torna il festival teatrale di Resistenza
Casa Cervi, torna il festival teatrale di Resistenza
Casa Cervi, torna il festival teatrale di Resistenza
Casa Cervi, torna il festival teatrale di Resistenza
Casa Cervi, torna il festival teatrale di Resistenza

La 19esima edizione si svolgerà dal 7 al 25 luglio negli spazi esterni di Casa Cervi a Gattatico

REGGIO EMILIA – È stata presentata oggi, alla Sala Barberini, la 19esima edizione del Festival Teatrale di Resistenza che si svolgerà dal 7 al 25 luglio negli spazi esterni di Casa Cervi a Gattatico (Reggio Emilia), rassegna di teatro civile contemporaneo, ideata e promossa da Istituto Alcide Cervi insieme a Cooperativa Boorea, con il sostegno di Proges e Conad, con il patrocinio di Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, Comune di Reggio Emilia, Restate 2019, Unione Terra di Mezzo-Comune di Castelnovo di Sotto, Provincia di Reggio Emilia, Comune di Parma, Provincia di Parma, Comuni di Gattatico, Campegine, Poviglio (Re), Comune di Casalmaggiore (Cr), in collaborazione con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, ErmoColle.

A presentarla sono stati Albertina Soliani, Presidente Istituto Cervi, Stefano Campani, direttore di Boorea, Alberto Triola, sovrintendente e direttore Artistico La Toscanini e Paola Varesi, Istituto Cervi – responsabile organizzativa del Festival, ai quali sono seguiti gli interventi di Giuseppe Romanetti, direttore Teatro Comunale di Casalmaggiore e di Silvana Piazza, Presidente di Ermo Colle.

Nel clima di incertezza causato dall’emergenza sanitaria per il Covid-19, che costringe a rivedere priorità, a riposizionare relazioni, a trovare nuovi equilibri, individuali e collettivi, il Festival rappresenta per l’Istituto Alcide Cervi la ripresa ufficiale delle attività in presenza di pubblico.

È proprio dal teatro, settore culturale tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria, che Casa Cervi si assume il compito di ripartire, sia nell’impegno sociale e civile che racconta, sia nella sua funzione salvifica di riportare ai simboli e ai valori universali e a preparare il terreno ad una possibile rinascita e alla ricostruzione di uno spirito di comunità.

Prossimo ai suoi vent’anni di attività e momento centrale delle iniziative dell’Istituto Cervi legate al teatro, il Festival di Teatro di Casa Cervi si presenterà diverso sotto il profilo organizzativo per l’osservanza delle norme imposte per il contenimento del contagio (quali, ad esempio, la capienza limitata agli spettacoli, il distanziamento e la prenotazione dei posti da parte del pubblico, l’obbligo di indossare mascherine), ma non perderà la sua natura di Festival militante, di luogo privilegiato di osservazione del teatro di impegno civile e della Storia nelle sue trasformazioni, provocando nuove riflessioni intorno alle questioni che riguardano la società contemporanea.

Il Festival si ripropone così con le sue cifre più caratteristiche, sedimentate nelle diverse edizioni e che ne definiscono l’identità: guardare alle questioni che interessano le persone, nella loro dimensione individuale e collettiva; partire dalla Storia per indagare il tempo presente e le resistenze in atto; difendere valori, diritti conquistati e oggi disattesi; guardare all’ambiente e al rispetto delle differenze; rimettere al centro il lavoro, duramente colpito anche in questo momento; far riflettere e divertire nel segno della condivisione e della socialità in grado ora più che mai di riconnettere il tessuto di partecipazione diffusa.

Anche quest’anno il Festival porta in scena 7 compagnie di rilievo nazionale provenienti da tutta Italia con 7 spettacoli di Teatro Civile individuati sulla base di un Bando di Concorso.

Le serate saranno precedute dall’ascolto di 7 voci significative registrate da attori, registi, esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura di rilievo nazionale – Emma Dante, Lino Guanciale, Antonio Latella, Marco Martinelli, Renato Palazzi, Alessandro Serra, Babilonia Teatri – che hanno donato al Festival un loro messaggio di resistenza per sottolineare l’importanza del teatro nell’esplorazione di nuovi modi di condividere e dialogare, di creare appartenenza e trasmettere memoria.

Spettacoli

Ad aprire il Festival martedì 7 luglio – data che coincide con il 60°Anniversario del Morti di Reggio Emilia del 7 luglio 1960 – sarà alle 20 la Mostra Fotografica “Tutto il mondo è palcoscenico. Volto dell’anima di Poviglio” fotografie di Matteo Colla e Daniela Dall’Aglio, in collaborazione con i Comuni di Gattatico e Poviglio.
Alle 21, dopo i saluti e gli interventi istituzionali, La Toscanini Next presenta “Note di Resistenza – Quartetto sax” con un programma musicale da Nino Rota, John Kander, Scott Joplin, Paul Desmond, George Gershwin, Andrea Coruzzi, Dave Brubeck, Astor Piazzolla. In apertura di Concerto sarà eseguita una versione di “Fischia il vento” con saxofoni e bandoneon.

Alle 21.30 primo spettacolo in concorso sarà “Segre. Come il fiume” del Teatro del Krak (Ortona), scrittura scenica e regia di Antonio G. Tucci, con Alberta Cipriani, spettacolo che ripercorre la vita e le memorie di Liliana Segre, sopravvissuta allo sterminio dei campi di concentramento cui le leggi razziali fasciste avevano condannato lei e la famiglia. Attraverso frammenti di memoria e pezzi di vissuto, attraverso una rielaborazione teatrale della testimonianza di Liliana Segre, lo spettacolo ripercorre la Shoah e sollecita la necessità del farne memoria, elemento fondamentale per creare consapevoli barriere alle forme di razzismo e di intolleranza che attraversano ancora il nostro tempo.

È tratto dal libro “Una storia di cooperazione” di Francesca Naboni, “Pietra su Pietra”, scritto, diretto ed interpretato dal mantovano Daniele Goldoni in scena giovedì 9 luglio. Quattro generazioni raccontano in una sola voce un secolo della vita di una famiglia, di un paese, di una cooperativa, di una nazione. La storia, vera e individuale, della Cooperativa Edificatrice di Muggiò, emblematica nella storia del movimento cooperativo, diventa fatto collettivo ed epico, incontrando la Storia del nostro paese: le due guerre mondiali, la Resistenza, la ricostruzione, il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica e i decenni successivi, fra nuove certezze e nuove incertezze.

Sabato 11 luglio alle 19, appuntamento fuori concorso, con “Noi, il popolo”, esito di laboratorio a cura di Pecado Lab, narrazione civile, in forma di lettura/performance con Fabrizio Careddu, dai discorsi di Ezio Bosso, Charlie Chaplin, Pericle, Sandro Pertini, Aung San Suu Kyi sul tema dell’essere cittadini del nostro tempo per difendere i diritti di tutti gli esseri umani e dai testi di Antonin Artaud e Jacques Coupeau sull’importanza politica e pedagogica del teatro.

Alle 21.30 la compagnia leccese Principio Attivo Teatro presenta “Digiunando davanti al mare”, un progetto di Giuseppe Semeraro dedicato a Danilo Dolci, drammaturgia Francesco Niccolini, con Giuseppe Semeraro, regia Fabrizio Saccomanno. Lo spettacolo si snoda attraverso frammenti esemplari della vita di Danilo Dolci, poeta, intellettuale, pedagogo, tra i primi a denunciare le infiltrazioni mafiose nella politica siciliana, dove lottò insieme ai disoccupati, ai contadini, ai pescatori, rivendicando la dignità di un popolo umiliato dalla politica e offeso dalla mafia e allo stesso tempo l’acqua democratica, l’educazione per tutti, la piena occupazione, la collaborazione creativa, la qualità della democrazia. Il suo attivismo gli valse due candidature a premio Nobel per la pace e il riconoscimento a livello internazionale del suo operare. Dalle vicende umane di questo ‘gigante’, prima processato e poi dimenticato, nasce lo spettacolo che lo racconta e lo evoca nei momenti più importanti con il corpo nudo del teatro.

È una riflessione sul tema della famiglia “Tre” di ScenaMadre (Lavagna, Genova) con Simone Benelli, Francesco Fontana, Giulia Mattola, regia e drammaturgia Marta Abate e Michelangelo Frola, in scena mercoledì 15 luglio. Tre racconta gli alti e bassi di una famiglia dei nostri giorni, con ironia, disincanto e poesia. Una famiglia fatta di relazioni e dinamiche non sempre facili, ma assolutamente necessarie. Famiglia come ambiente di cui tutti facciamo esperienza, microcosmo dove imparare la relazione con l’altro, il confronto, lo scontro. Come nella metafora dei porcospini, i tre personaggi dello spettacolo cercano un equilibrio nel loro essere famiglia, una vicinanza che permetta di dimostrare il reciproco affetto, senza ferirsi.

Sabato 18 luglio Teatro Presente (Milano) presenta “La Mite”, adattamento e regia César Brie, con Clelia Cicero e Daniele Cavone Felicioni, liberamente tratto dal racconto di Fëdor Dostoevskij ispirato a un fatto di cronaca. Un uomo in scena vuole comprendere perché sua moglie si è uccisa. Mette in atto così un lungo soliloquio nel quale cerca le ragioni e le risposte di una scelta definitiva. Nel costruire lo spettacolo, Teatro Presente sceglie di far parlare entrambi, marito e moglie, cogliendo la modernità del testo, che risale al 1876, e soprattutto della moglie, la Mite, di cui emerge un’inquietudine modernissima, che ha già in sé tutta la complessità della questione di genere che attraversa i nostri tempi.

Martedì 21 luglio Ferrara Off presenta “Futuro Anteriore” con Matilde Buzzoni, Antonio De Nitto, Gloria Giacopini, Matilde Vigna, drammaturgia Margherita Mauro, regia Giulio Costa. Uno spettacolo sul futuro, senza spade laser, alieni e tute spaziali, ma con girelli, apparecchi acustici e reumatismi. Partendo dall’idea che una vecchiaia diversa è possibile, lo spettacolo immagina una terza età alternativa, con anziani fuori dalle case di riposo, non più ai margini della società, né ai confini con la realtà. Al centro della rappresentazione c’è l’urgenza di riformulare il rapporto tra società e popolazione di anziani: è così che lo spettacolo si sviluppa come indagine collettiva sul futuro, dove un gruppo di giovani attori esplora nuovi possibili scenari di invecchiamento, formulando strategie creative per il proprio geriatrico sopravvivere futuro.

Giovedì 23 luglio la compagnia livornese Orto degli Ananassi presenta “Testa di rame”, scritto da Gabriele Benucci e Andrea Gambuzza, con Ilaria Di Luca e Andrea Gambuzza, regia Omar Elerian. Partendo dalla raccolta di materiale documentaristico e dalle interviste a protagonisti e testimoni, gli autori danno vita a una pièce teatrale sulla vita e le vicissitudini dei palombari, figure fra le più importanti, anche se meno celebrate, della vita portuale del dopoguerra livornese. Il risultato è un affresco sociale, popolare ed estremamente vivo, delle condizioni di vita di questi piccoli-grandi eroi comuni, proiettato sullo sfondo della storia d’amore tra il palombaro Mario Cavicchi, detto Scintilla, e la moglie Rosa.

La giuria, presieduta da Maurizio Bercini (regista) e composta da Roberta Biagiarelli (autrice, attrice, regista), Stefano Campani (Boorea), Damiano Pignedoli (critico teatrale) – decreterà lo spettacolo vincitore del Premio Museo Cervi – Teatro Memoria (2.000 euro) e il secondo premio (1.000 euro). La Premiazione avverrà il 25 luglio alle 22 nell’ambito della Festa della Storica Pastasciutta Antifascista di Casa Cervi (che avrà inizio alle 19.30).

Voci autorevoli incontrano la compagnia

Ogni sera, al termine dello spettacolo, seguirà il ciclo di conversazioni con il pubblico e gli artisti “Voci autorevoli incontrano la compagnia”, approfondimenti degli spettacoli e riflessioni più ampie sul rapporto che intercorre tra la scena del teatro e il paesaggio umano, sociale e politico contemporaneo. A condurre gli incontri saranno: Iefte Manzotti, studioso di storia contemporanea, Damiano Pignedoli, giornalista e critico teatrale, Lorenzo Belardinelli, curatore di rassegne teatrali, Emilia Bennardo, insegnante e presidente di Libera Parma, Giuseppe Romanetti, direttore Teatro Comunale di Casalmaggiore, Paolo Cantù, direttore artistico Fondazione “I Teatri” di Reggio Emilia, Tullio Masoni, critico e studioso cinematografico.

Per il quarto anno il Blog “Sotto la grande quercia. Appunti dal Festival, riflessioni, interviste, approfondimenti” a cura di Raffaella Ilari, prosegue nel suo compito di approfondimento dei vari appuntamenti e di conversazione con gli artisti ospiti, un modo per tenere unite, come in una comunità ideale, le tante voci, suggestioni e spunti che danno vita al Festival.

Il Gruppo di Lavoro del Festival di Resistenza è composto da Paola Varesi, Stefano Campani, Maurizio Bercini, Lorenzo Belardinelli, Mariangela Dosi, Raffaella Ilari, Giuseppe Romanetti, Tullio Masoni, Adriano Engelbrecht, Maria Giuseppina Bo, Nunzia Carlini.

Orario di inizio spettacoli: ore 21.30. L’ingresso agli spettacoli è a offerta libera. In caso di maltempo gli spettacoli si terranno al chiuso. Durante le serate di spettacolo, Casa Cervi rimane aperta ai visitatori.

Informazioni

L’ingresso alle serate è a capienza limitata, in ottemperanza alle misure anti Covid-19; è necessario portare la mascherina. L’ingresso è a offerta libera con prenotazione obbligatoria ai numeri 0522-678356; 333.3276881 e via mail al seguente indirizzo info@istitutocervi.it. In caso di maltempo gli spettacoli si terranno al chiuso. Durante le serate di spettacolo, Casa Cervi rimane aperta ai visitatori.